Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I custodi della tradizione e il rito che si ripete

Fonte: L'Unione Sarda
14 aprile 2009

le confraternite Oltre quattro secoli di storia 



Nel 1600 il loro era un compito più da miglio verde che da custodi delle tradizioni cittadine: a Cagliari dominavano ancora gli spagnoli e gli uomini dell'arciconfraternita della Solitudine avevano in carico l'assistenza dei condannati a morte. Sostegno fisico e soprattutto morale, durante le ultime settantadue ore. Ora che la pena capitale in Italia è in pensione da un pezzo, rimane il ruolo di cassaforte dei riti pasquali: l'esposizione del crocifisso, la preparazione della lettiga, processioni e incontri tra il Cristo e la Madonna. Sempre uguale, sempre come la prima volta. «Come Sant'Efisio: il nostro compito è proprio quello di ripetere ogni volta gli stessi gesti, lo stesso rituale».
Custode di una tradizione lunga dieci volte la sua età, Daniele Pinna sa che in queste settimane l'arciconfraternita di cui è presidente da un anno è un po' il cuore delle feste di Pasqua. Mentre intreccia la corona di spine per uno dei crocifissi lignei più famosi della Sardegna (“Su monumentu”, la scultura che è stata al fianco di Papa Benedetto XVI durante la sua visita a Cagliari), racconta che un cambiamento forzato quest'anno ci sarà: «L'itinerario della processione del venerdì è diverso: al ritorno dalla cattedrale, passiamo da via San Giovanni e non da via Piccioni, come è sempre stato». Scelta obbligata: i lavori di riqualificazione di Villanova, iniziati da qualche mese, sono in pieno svolgimento.
CHI SONO Trentanove anni, impiegato Tiscali e scultore di arte sacra, Pinna è diventato confratello appena maggiorenne. Ora è leader e portavoce di un'organizzazione che conta quasi 200 persone (105 confratelli e 82 consorelle, rappresentate da una priora) e che per organizzare i riti della settimana santa ha speso 3.000 euro, interamente finanziati dall'assessorato alla cultura del Comune. «Il resto lo realizziamo grazie alle quote sociali e alle offerte dei fedeli ogni domenica». Dal municipio è arrivato anche un impianto audio per la chiesa di San Giovanni («quello vecchio non funziona più») e un tappeto per il loro crocifisso: «Forse è l'opera di cui siamo più gelosi. È molto delicato, l'unica volta in cui è uscito dalla chiesa, processioni a parte, è stato per la visita del pontefice, a settembre. Solo noi sappiamo come trattarlo, non possiamo affidarlo ad altre mani».
I RITI Nella preparazione dei riti, che quest'anno verranno ripetuti per la quattrocentoseiesima volta, tutti hanno un compito: «Le consorelle cuciono gli abiti addosso alla statua della Madonna, posizionano i fiori accanto al Cristo. Il presidente ha il compito di controllare che tutto sia identico agli anni precedenti». Nessuna differenza a seconda di chi comanda? «Se cambia il presidente, che viene eletto ogni due anni, all'esterno non si deve notare. Certo, all'interno qualche differenza si può avvertire: cambia il modo di comunicare e altre piccole cose». Il risultato, però, sarà sempre lo stesso.
MICHELE RUFFI

11/04/2009