VOTO 2016. Incontro con i sette candidati a sindaco: a tu per tu con Paolo Casu
«Istituirò un fondo di bilancio per creare posti di lavoro»
Le scatole di merendine occupano il centro della stanza, di lato un elicottero dei carabinieri («Fatto da me, modello standard»), un compressore, confezioni di maxi barrette, tastiere per computer, una stampante e persino un pianoforte con i tasti ingialliti. «Questo è il mio mondo», sorride Paolo Casu sedendo accanto a un tavolo ingombro di manifesti e aggiustandosi la clamorosa (ma appropriata) cravatta gialla a pois. La sede-vetrina dell' associazione “Cagliari solidale Onlus” in via Visconti, che mette insieme attorno al candidato a sindaco della lista civica “Insieme Onestamente per Cagliari” una cinquantina di aderenti tra medici, terapisti, chirurghi, impiegati, infermieri e operai è la cartina di tornasole della personalità dell'esuberante vicepresidente del Consiglio comunale. «Riflette quel che penso della vita, rivela la considerazione, il rispetto e l'impegno per gli altri, soprattutto quelli meno fortunati».
LE LISTE Nelle battute iniziali della campagna elettorale promise una trentina di liste. Precisamente: 33. Stima esagerata. Oggi corregge il tiro: «Tre, bene assortite di candidati, credo possano essere sufficienti». Il profilo: «Una che rappresenti i quartieri, una il mondo del volontariato, il mio mondo, una terza che sia specchio della società civile».
Ieri, 21 aprile, era il suo compleanno. «Niente comizi, pranzo in famiglia con mia mamma ottanduenne, mia sorella e mio fratello». Regali?: «L'amicizia di chi condivide con me le attività della vita, dal volontariato con Cagliari solidale a quella politica». Sembra ripensarci: «A dire il vero la politica è troppo competitiva, e gli amici in quell'ambito davvero scarseggiano. Non così nel volontariato, fondato sulla solidarietà, sulla capacità di donarsi agli altri».
I TITOLI Cinquantadue anni, cagliaritano, perito agrario e laurea in Scienze politiche. «Ho anche un master in Management sanitario e dal 1989 sono funzionario sanitario coordinatore alla Asl, Servizio igiene alimenti e nutrizione». Fa il coordinatore per i Distretti di Quartu, Muravera, Isili e Senorbì. «Vuol dire che ogni mattina mi alzo alle 6,30 ed esco prestissimo: in auto verso il Sarrabus e il Sarcidano». Dottore tributarista, è anche iscritto all'Albo dei Periti agrari non esercenti. Come trova il tempo per occuparsi di volontariato? «Basta volerlo per trovarlo».
POLITICA L'altra passione di Paolo Casu è la politica. Avverte: «Ho iniziato a farla da giovanissimo ma non ho mai avuto incarichi di partito». Dal 2006 siede nei banchi del Consiglio comunale: «Da uomo libero, senza padrini e senza padroni». Nel 2011 è stato riconfermato Consigliere Comunale nella lista del Psd'Az: il più votato e unico eletto, «da indipendente», con poco meno di 700 voti.
IL PERCORSO Nel 2007 fonda il “Movimento per la politica senza privilegi democrazia e solidarietà”. «È da quel momento che ho iniziato un percorso che mi ha posto diametralmente al lato opposto della politica del privilegio e della politica intesa come mestiere». Lo ripete anche a chi incontra, ogni sera dopo il lavoro, quando la sede dell'associazione di via Visconti apre i battenti ai tanti che vengono a trovarlo, achiedergli aiuto. «Il fatto è che io mi sento un uomo che fa politica in modo trasparente e generoso, con i propri mezzi. E so riconoscere il bisogno». Di più: «Cerco di risolverlo, Quando posso, con quel poco che riceviamo e ridistribuiamo». Come il pane, i viveri che affluiscono nella sede dell'associazione. Suor Dolores, della Mensa del viandante di via San Benedetto, conosce bene Paolo Casu, come i tanti che gli tendono la mano per un pezzo di pane. «Doniamo duecento chili la settimana». Non soltanto al Buon Pastore ma anche alle Vincenziane di Quartu.
La giornata politica di Casu e fatta di incontri («anche a sorpresa»), telefonate. «Fare politica non significa porsi al di fuori dalle regole valide per tutti i cittadini. Al contrario: è porsi al servizio della gente comune e per il bene comune».
L'ESEMPIO L'ha scritto nel programma che elenca durante gli incontri con gli elettori nei quartieri («l'altro ieri ero a Sant'Elia, replicherò a Sant'Avendrace e a Is Mirrionis»: è per l'abolizione delle commissioni consiliari. «Sono undici, potrebbero bastarne due». Lo dice accalorandosi: «Chi fa politica deve dare esempi concreti e pratici. Se la politica desse l'esempio, oggi i cittadini non sarebbero disinnamorati della politica».
IL CONFRONTO Concetto che ha scandito durante l'incontro del mattino al mercato di San Benedetto. Visita da candidato a sindaco. «Mi hanno intercettato in strada, prima dell'ingresso al mercato». Ambulanti. «Alcuni non sapevano che io faccio parte dell'opposizione. Ebbene, mi hanno rinfacciato perché il Comune non ha realizzato quanto promesso: i gazebo esterni». All'interno, settore pesca, clima non molto diverso: «Si tende a generalizzare, e questo è colpa della politica vissuta e rappresentata con troppa disinvoltura. Io non sono così: non sono e non voglio fare vita da pipistrello, non voglio vergognarmi di uscire durante il giorno. Sono un uomo solare e ottimista, ma al titolare di un box che mi rinfacciava di essere come tutti gli altri ho chiesto se avesse votato all'ultimo referendum. La risposta è stata no. Come si possono accampare diritti e rispetto se poi non si partecipa con responsabilità alla vita sociale e politica?».
I GETTONI Ex sindacalista, Casu, se eletto sindaco, dirà «addio ai gettoni di presenza, alle indennità e ai privilegi». Non resta nel vago: «Intendo segretari, staff». Al cittadino che gli chiede un aiuto («non dò mai soldi - è diseducativo - ma quando posso aiuto ad acquistare una bombola di gas o a pagare qualche bolletta») promette quel che ha messo nero su bianco nel programma elettorale: «Con i soldi lasciati alla macchina Comunale istituirò un fondo di bilancio per la creazione di nuovi posti di lavoro per i disoccupati e padri di famiglia cagliaritani». Quando con amici fondò l'associazione “Cagliari solidale” coniò una frase, di cui va fiero: «La solidarietà è il terreno fertile in cui cresce la speranza. Ho scelto di coltivare la speranza perché non ho paura di vivere tra uomini e donne liberi».