Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'anno zero della Fiera

Fonte: L'Unione Sarda
22 aprile 2016

Meno espositori, spettacoli musicali, il sogno di aprire per 12 mesi

 

 

Da domani comincia una rassegna rivoluzionata 

 

 

Dimenticare il vecchio modello organizzativo, desueto e poco attraente, e porre le basi per l'esposizione del futuro. Coinvolgere le generazioni moderne. Non fermarsi all'appuntamento di breve durata, dieci giorni e arrivederci, ma aprirsi alla città per dodici mesi. La Fiera campionaria compie 68 anni e cambia pelle. Basta con la vetrina che propone stancamente solo prodotti locali, arredamento moderno e antiquariato, oggettistica straniera, mezzi agricoli, giostre per i più piccoli. Tutto identico a se stesso da decenni. Da domani, giorno di apertura al pubblico del complesso tra piazza Marco Polo, via Pessagno e viale Diaz, chi varcherà i cancelli troverà qualcosa di nuovo e diverso nei 150 stand allestiti «in tempi ridottissimi» e però sufficienti a realizzare una mezza rivoluzione: «Pillole di ciò che dovrà essere» la mostra.
Paola Piras, docente di diritto amministrativo e commissaria della Camera di commercio dal giugno 2015, ieri ha presentato il programma spiegando quali sono i problemi (che negli ultimi trent'anni hanno provocato un costante «calo» di visitatori ed espositori) e quali le soluzioni per far riprendere quota a «un pezzo di storia» della Sardegna. Dopo la soppressione dell'ente Fiera, appesantita da un consistente buco nei conti, si temeva che l'appuntamento avrebbe chiuso i battenti. Invece il 2016 sarà l'anno zero, «l'inizio di una nuova fase di crescita e rilancio. Nessun evento roboante: un profilo semplice ma di qualità. Per stile e perché i tempi sono cambiati».
Gli stand un anno fa erano 200, cinquanta in più rispetto a quelli previsti ora, ma «non siamo preoccupati, è un dato dal quale partire per ricostruire. Tutte le Fiere italiane e non solo sono in crisi». L'obiettivo è dar vita a «un modello in linea coi tempi, innovativo, non generalista, con una presenza internazionale qualificata». E allora ecco i laboratori tematici agroalimentari, gli uffici per le relazioni col pubblico (si potrà attivare la tessera sanitaria) e quelli in cui sarà spiegato «un uso ottimale dei social network», i mental coach, l'angolo del “confessionale” nel quale dare suggerimenti alla Regione, le «vetrine virtuali» per proporre solo sui monitor, a costi ridotti, prodotti un tempo presenti fisicamente (trattori, pale meccaniche, attrezzi da giardinaggio) ma oggi troppo onerosi da trasportare. «Il mondo è cambiato, servono stand essenziali». L'importante è «creare occasioni per guardare al futuro». Aboliti biglietti e tessere omaggio se non per chi alla Fiera lavora e per gli studenti. Il ticket di ingresso costerà 3 euro, l'invito è «investire per mostrare attaccamento, sostenere e rilanciare l'azienda».
Per la prima volta saranno presenti il Teatro Lirico, il Conservatorio di musica e la compagnia di marionette e burattini Is Mascareddas che garantiranno «quotidianamente spettacoli di qualità». Ogni giorno ogni dieci minuti dalle 17 alle 22 andranno in scena eventi musicali, un intero padiglione è stato allestito dalle maestranze del Lirico, «che finalmente dialoga con gli studenti» Non mancheranno le categorie merceologiche storiche, punto di riferimento per gli affezionati, e neanche Regione, Esercito, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia. Protezione civile. «Il 28 e il 29 è previsto un importante forum sulla pubblica amministrazione», ha sottolineato Piras, «utile a conoscere l'innovazione dell'agenda digitale».
Negli spazi occupati dall'amministrazione regionale i visitatori «potranno comprendere i cambiamenti in corso, proporre soluzioni e partecipare alla vita governativa». Poi il sogno: rendere utilizzabili quegli spazi per tutto l'anno organizzando eventi sportivi e di spettacolo e promozioni di specifiche aree merceologiche. «Magari creare un'enoteca regionale: sarebbe un grande sostegno per i produttori e un'occasione per trainare il turismo».
Andrea Manunza