Rassegna Stampa

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Zone umide: verso il parco metropolitano Santa Gilla- Molentargius L'ambizioso progetto

Fonte: web Castedduonline.it
22 aprile 2016

 

Autore: Rita Pischedda il 21/04/2016 19:17

 


Il tema delle zone umide dell’area vasta del cagliaritano è argomento caldo, che raccoglie in sé varie posizioni. La valorizzazione delle zone umide non è solo di competenza di chi è del settore, ma anche dell’Università - per quanto concerne il tema della ricerca ambientale – sia per gli enti dei parchi, i cittadini particolarmente sensibili, e chi dovrebbe trarre profitto da tali zone: i pescatori.

È stato oggetto di discussione nella “Giornata dedicata al grande parco delle zone umide della Città metropolitana, Molentargius – Santa Gilla” nell’ambito della conferenza che si è svolta questo pomeriggio ad Elmas.

“Il problema di Santa Gilla è un problema di governance, - ha spiegato il Sindaco di Elmas Valter Piscedda -il controllo della gestione delle lagune è dato A quattro amministrazioni comunali che sono quella di Cagliari, Elmas, Assemini e Capoterra. Non c’è un soggetto deputato a gestirla, diversamente da quanto accade a Molentargius che ha un suo intero parco”.

In atto vi è un progetto di riqualificazione come accade per altre città d’Italia, come ad esempio Orbetello che ha un’importante laguna attiva per quanto riguarda la pesca. L’idea è quella di creare un progetto pilota per la nascita di strategie che caratterizzino le zone umide dell’area vasta.

“Abbiamo creato una bozza di un documento che i sindaci lagunari di Santa Gilla e Molentargius- prosegue Piscedda- presenteranno alla Regione Sardegna chiedendo un patto di attivazione di un percorso che veda la costituzione di questo grande parco”.

Un progetto ambizioso quello di raddoppiare da Molentargius a Santa Gilla un parco regionale conquistato 20 anni fa. Vincenzo Tiana, Presidente comitato scientifico Legambiente Sardegna si focalizza sul tema della valorizzazione di tali zone, sostenendo che “Le zone umide sono una zona da preservare, sono ormai un ecosistema che svolge azioni plurime, generatori di occupazione come la pesca, che per la Sardegna è importante. La sfida è di far tornare i pescatori nelle zone lagunari in cui la Sardegna deve e vuole essere protagonista”.

Dunque creare occupazione ma preservando l’ecosistema. La Sardegna si può qualificare – in Italia - come polo del sale. Le zone umide sono molto fragili e bisogna gestirle in maniera coscienziosa e ambiziosa. Deve essere un elemento di maggiore caratterizzazione dell’area vasta.

Infine il Sindaco dell’area metropolitana Massimo Zedda, confessa che “le olimpiadi del 2024 porteranno Cagliari al centro del mondo. Vi sono mille occasioni per l’area vasta. Un contesto ambientale unico. La Commissione Europea ha conferito un premio come prima meta del turismo ecosostenibile alla zona estesa del sud Sardegna - legato al turismo e all’ecosostenibilità - in tutta Europa, il secondo premio è stato dato a Barcellona. Tutto questo è stato fatto grazie al lavoro di tutti i comuni del Golfo degli Angeli in collaborazione con l’Università di Cagliari”.

Preservare e creare un ambiente sano ma allo stesso produttivo, deve essere il punto di partenza per un settore che pone la Sardegna e Cagliari - con la sua area vasta - al centro d’Europa e ambiziosamente nel mondo.