Ansa News
Codice sui contratti pubblici come boccata di ossigeno per la Sardegna, scossa in queste settimane da nuovi casi di 'appaltopoli'. Ma il discorso vale più o meno per mezza Italia. Le novità più sentite riguardano l'ingresso in campo, più pesante rispetto al passato, dell'Anac, l'Associazione nazionale anti corruzione. Norme, quelle entrate in vigore da meno di 48 ore, che non possono risolvere tutti i problemi - è stato sottolineato durante un seminario promosso da Confindustria Sardegna meridionale - ma che sembrano andare nella direzione giusta.
Anche se l'appello alla responsabilità e al senso civico rimangono. "La Sardegna è parte di un tutto - ha spiegato Ida Angela Nicotra, consigliera Anac - Io dalla nostra visuale vedo le stesse criticità dappertutto: deve cambiare la mentalità, si deve capire che la corretta applicazione delle norme conviene a tutti. L'unico modo per debellare i problemi è la prevenzione per sortire effetti nel medio e lungo periodo". Le novità, sul versante controlli, sono tante. L'Anac avrà potere sulla qualificazione delle stazioni appaltanti: le certificazioni saranno importantissime per lavorare sugli appalti dai 150mila euro in su. Previsto anche un "rating reputazionale" delle imprese: una sorta di classifica con criteri misurabili basati su tempi, costi, contenziosi.
E ancora viene introdotta la figura dei commissari esterni, pescati da un albo gestito dall'Anac, per sostituire i funzionari interni per appalti sopra la soglia dei 5 milioni di euro con un meccanismo a sorteggio. Più in generale il nuovo codice viene presentato come più semplice rispetto a quello che lo precede. I vertici dell'Ance, l'Associazione costruttori, non sono però tanto d'accordo. "Si parla di norme che passano da 600 a 200. In realtà - ha sottolineato il vicepresidente nazionale Edoardo Bianchi - non si tiene conto dei decreti attuativi: sono ben 51. E se pensiamo che come minimo saranno composti da sette norme ciascuno, il conto è presto fatto". Per l'Ance, comunque, l'occasione è da sfruttare. "Vero - ha detto ancora Bianchi - assorbiamo direttive comunitarie, ma è un codice di pace in tempo di guerra. Mi riferisco al fatto che deve anche fronteggiare il malaffare. Non possiamo perdere questa opportunità".
Per questo i costruttori salutano positivamente il coinvolgimento dell'Anac. "Ha grande professionalità - spiega Bianchi- per garantire efficacia e trasparenza - ha confermato il dirigente nazionale dell'Ance - mi auguro che possa giocare un ruolo sempre più importante". E gli amministratori? "Stiamo studiando il codice e le sue applicazioni - ha assicurato il vicesindaco di Cagliari, Luisa Anna Marras, assessore ai Lavori pubblici - Ora aspettiamo le linee guida. Va benissimo, ma il codice si deve accompagnare alla riforma della P.a e della finanza pubblica: altrimenti la legge rischia di essere meno efficace. Deve crescere inoltre il senso civico per non arrivare poi al classico 'fatta la legge trovato l'inganno'".