Trivelle, quorum a Baradili e Arborea. Il caso Olbia e quello di Orune
Dove le comunità locali si sono viste costrette a difendere il proprio territorio contro trivelle e gassificazione, la risposta arrivata dalle urne sarde del 17 aprile non si è fatta attendere: o è stato raggiunto il quorum, come nel caso di Arborea, o la vittoria del Sì è risultata schiacciante, come accaduto a Olbia. Nel Comune dell’Oristanese, infatti, era il 2014 quando la Saras ufficializzò il progetto Eleonora per cercare metano (e il pericolo non è ancora scongiurato: il 9 giugno si deve esprimere il Consiglio di Stato). Nell’ex capoluogo della Gallura, invece, la protesta montò cinque anni fa contro la stazione di pompaggio del Galsi, l’investimento italo-algerino poi abbandonato dalla Giunta regionale a maggio 2014.
È questa la fotografia del 17 aprile nell’Isola: un’analisi del voto (qui l’editoriale di Sardinia Post firmato da Giovanni Maria Bellu) che ricalca quanto successo in Basilicata, dove lo scandalo giudiziario di Tempa Rossa ha spinto i lucani verso le urne facendo segnare una partecipazione del 50,17 per cento. La più alta tra tutte le regioni italiane e l’unica sopra il quorum. L’altra faccia sarda della medaglia è Orune, nel cuore della Barbagia, dove il referendum è stato snobbato: ai seggi è andato appena l’11,30 per cento degli aventi diritto. Certo che – e si tratta di un’altra notizia ancora – non c’è Comune isolano in cui il No abbia vinto.
Ad Arborea la quota di votanti è arrivata al 57,35 per cento (1.920 elettori su 3.337). E addirittura hanno fatto meglio nella vicina Baradili, dove il quorum è stato superato di oltre diciassette punti, facendo segnare un’affluenza del 65,67 per cento (44 votanti su 67). A Baradili il Sì ha vinto col 90,91 per cento, mentre ad Arborea il 95,40 si è espresso a favore dell’abrogazione, quindi contro la scadenza illimitata delle concessioni estrattive a mare nella fascia delle 12 miglia. E si tratta della percentuale più alta di tutta l’Isola. Ma in generale l’intero Oristanese si è dimostrato virtuoso col 36,03 per cento di partecipazione, la maggiore tra tutte le otto ex province isolane. Il dato territoriale corrisponde a 49.509 elettori sui 137.397 totali. Nel capoluogo di Oristano l’affluenza ha raggiunto quota 41,89 per cento con 11.423 votanti su 26.838. Il Sì ha vinto col 94,49.
La seconda Provincia con la partecipazione più alta è stata Cagliari: 33,13 per cento, pari a 154.484 elettori su 466.291. A favore del Sì si è espresso il 92,35 degli aventi diritto. Siurgus Donigala ha fatto registrare l’affluenza più bassa di tutto il territorio col 15,13 per cento. A Cagliari città il Sì ha prevalso col 92,39 per cento: hanno votato in 46.219 su 128.637. Compreso il sindaco Massimo Zedda che aveva preso posizione a favore del comitato referendario.
Nella classifica regionale della partecipazione Sassari è terza: 33,07 per cento di elettori, pari a 92.975 su 281.071. Il Sì ha vinto col 92,21 per cento. In città l’affluenza è stata più alta: 36,38 per cento e 92,93 di Sì. Questo è il territorio di Gianfranco Ganau, il presidente del Consiglio che ha guidato nell’Isola la battaglia per abrogare la scadenza illimitata delle concessioni estrattive, così come l’ha data il Governo di Matteo Renzi attraverso il comma 239 contenuto nella Legge di stabilità approvata a dicembre 2015. Per il Sì era schierato anche il sindaco Nicola Sanna.
Il Medio Campidano è risultata quarta per partecipazione con 27.815 elettori andati alle urne sui 84.513 totali. È il 32,91 per cento. Il Sì ha vinto col 92,23 per cento. Nei due ex capoluoghi di Sanluri e Villacidro l’affluenza è stata rispettivamente del 39,39 per cento (93,76% di Sì) e del 35,03 (93,94% di Sì). Ussaramanna è il Comune con la partecipazione più alta, al 42,58, seguito da Villanovaforru al 42,25.
Nel Nuorese hanno votato in 41.464 su 129.691, pari al 32,04 per cento (quinta posizione tra le otto province sarde). Il Sì è riuscito a imporsi col 93,23 per cento. Lodine è il Comune che si è avvicinato di più al quorum col 46,84 per cento di partecipazione: anche in questo caso a favore del referendum si è espresso il 92,86 per cento dell’elettorato. E se Orune è risultato il peggior Comune della Sardegna in fatto di affluenza (228 votanti sui 2.017 totali), Noragugume è subito dietro col 15,44 per cento di affluenza, sebbene il Sì abbia fatto segnare il 90,48 per cento. A Nuoro, il capoluogo, il Sì ha prevalso col 94,48 per cento, l’affluenza è risultati pari al 40,01 (12.225 elettori su 30.552).
Nel Sulcis i votanti sono stati 32.208 su 109.301: 29,46 per cento di affluenza. Il 91,10 per cento degli elettori si è espresso per il Sì. A Carbonia, uno dei due ex capoluoghi, è andato ai seggi il 34,15 per cento degli aventi diritto, facendo segnare il 92,30 per cento di Sì. A Iglesias partecipazione al 28,81 col Sì ancora maggioritario al 91,66 per cento. Il Sulcis è sesto nella classifica regionale dell’affluenza.
In Gallura il Sì ha prevalso col 93,39 per cento. Ma la provincia è penultima per partecipazione: 36.231 elettori alle urne su 125.348, pari al 28,90 per cento. Telti è il Comune con l’affluenza più alta, al 40,76 per cento. A Olbia ha votato il 31,95 per cento degli aventi diritto. Il Sì ha vinto col 95,29 per cento, secondo dato più alto di tutta l’Isola. E, come si diceva, non sorprende, vista la battaglia che la coalizione civica del sindaco uscente Gianni Giovannelli fece nel 2011 contro il gassificatore per pompare il metano del Galsi ((la Giunta di Francesco Pigliaru ha abbandonato il progetto a maggio 2014, senza però escludere l’uso del metano, anzi). A Tempio, il secondo ex capoluogo della Gallura, ha votato il 30,36 per cento degli aventi diritto: in maggioranza si sono espressi a favore del Sì (92,11 per cento).
In fatto di partecipazione al referendum sulle trivelle, l’Ogliastra è il fanalino di coda della Sardegna: ha votato il 25,25 per cento degli elettori. In numeri assoluti: 12.121 sui 47.814 totali. È questa l’unica Provincia dove il Sì non ha superato il muro del 90 per cento: il dato finale è stato dell’88,72. A Lanusei si è registrata un’affluenza del 31,06 per cento, col Sì che si è imposto col 90,44. A Tortolì, l’altro ex capoluogo, la partecipazione si è fermata al 28,30 per cento (89,40 per cento di Sì).
Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)