Marras: Corso e Largo, lavori finiti entro il mese - Scavi e transenne lungo il tragitto della processione
Il cocchio dorato, i petali, i cavalli dei miliziani, le traccas, lo splendore dei costumi tradizionali: tra due settimane, la processione più seguita della Sardegna, quella per Sant'Efisio, attraverserà un centro storico che oggi è sottosopra. A dominare è il color arancio scuro delle recinzioni. Da mesi il Largo, il Corso e via Manno sono cantieri aperti. I primi due, promette l'assessora ai Lavori pubblici, la vicesindaca Luisa Anna Marras, «saranno chiusi entro quella data». Il terzo andrà avanti: «Non abbiamo mai promesso che via Manno sarebbe stata praticabile in tempo per Sant'Efisio».
IL LARGO Il conto alla rovescia è cominciato, il primo maggio non è più così lontano. L'assessora giura che non passa giorno che non passi a controllare i cantieri avviati per il rifacimento dei sottoservizi (condutture fognarie nuove e con maggiore portata, reti per la raccolta delle acque bianche separate, fibre ottiche) e il restyling di pavimentazioni e marciapiedi: «Ha visto? Il lato del del largo largo Carlo Felice a sinistra per chi sale è già pronto». Nei giorni scorsi gli addetti comunali al verde pubblico hanno sistemato nelle aiuole palme e altre piante. Sull'altro lato, però, ci sono ancora transenne e ruspe: «È lì, davanti alla Banca nazionale del lavoro, che ora sono concentrati gli operai», fa notare Marras. La vicesindaca dispensa ottimismo: «Ci eravamo impegnati a chiudere i cantieri del Largo e del Corso in tempo per Sant'Efisio. Ci siamo. Nel Corso mancano solo i raccordi con il Largo e via Angioj».
IL CORSO L'impressione è che i lavori siano a buon punto: in buona parte del tratto di Corso interessato dal cantiere avviato lo scorso settembre la pavimentazione di granito e tozzetti di porfido è completata. Commercianti che mesi fa erano critici ammettono che il colpo d'occhio non è male anche se, sottolinea, Luciana Deiana della rivendita di vini, «in Paesi normali si sarebbe lavorato anche di notte per danneggiare il meno possibile gli operatori». Concorda l'ottico Francesco Zucca: «I lavori si sarebbero potuti fare in tempi più rapidi». Tuttavia, gli spazi si sono fatti ampi, la strada sembra quasi una piazza e un futuro in cui qua tornino a sgommare le auto sa di improbabile: «Ci ragioneremo a lavori conclusi», mette le mani avanti la vicesindaca.
FRONTI APERTI C'è, per la verità, anche via Porto Scalas ancora sventrata: una stradina che ogni primo maggio è frequentata da chi vuole “saltare” agevolmente da un punto all'altro della processione. E ci sono, davanti alla sede dell'Ersu, la recinzione e la tettoia che proteggono il cantiere nel cantiere, l'area archeologica portata alla luce durante gli scavi: «Quella, in vista della processione, andrà messa in sicurezza, ovviamente. La Soprintendenza e i nostri uffici stanno lavorando a un progetto per la valorizzazione, ma ci vorrà del tempo». Il santo, insomma, sfilerà accanto alle transenne: tuttavia, in secoli di devozione e di disastri, ha visto ben di peggio. Per esempio, 73 anni fa, la città devastata dalle bombe.
VIA MANNO E via Manno? Qui i lavori sono cominciati due mesi e mezzo fa, partendo da piazza Yenne: «Si sono mossi», ammette Luca Inguaggiato della libreria Mieleamaro, davanti all'ingresso della quale c'è l'angusta passerella dove si passa pigiati. «Nel primo tratto - spiega l'assessora Marras - il lavoro sui sottoservizi è già stato completato e ora si può chiudere lo scavo». Ma il primo maggio? «Non so. Non avevamo preso impegni per via Manno in occasione di Sant'Efisio. Probabilmente, chiuso il primo tratto, si scaverà più a monte».
Marco Noce