COMUNE. Salvati in extremis gli spettacoli estivi all'Arena Sant'Elia
Favorevoli 23, contrari 8, astenuti 1: il Consiglio comunale ieri sera ha approvato definitivamente il piano acustico. Il voto alle 20,30, con sorpresa: all'ultimo momento è stato inserito un emendamento che salva la possibilità di fare spettacoli all'Arena Sant'Elia, svincolata dai limiti massimi di decibel. «Cagliari è ora al passo con le altre città turistiche italiane ed europee», esulta Fabrizio Marcello, presidente della commissione ai Servizi Tecnologici che ieri mattina aveva dato l'ultimo ok al piano prima dell'approdo in Aula.
PERCORSO ACCIDENTATO Il percorso del piano è stato lungo e accidentato: passato in aula nove mesi fa, ha dovuto affrontare il passaggio in tre Commissioni comunali, pronunciamenti di Regione, Arpas, Provincia e Comuni limitrofi, documenti approvati e sospesi, ricorsi, sentenze del Tar e faldoni di osservazioni.
DECIBEL Ora i cagliaritani hanno limiti precisi per quanto riguarda il rumore: fino a un certo numero di decibel si è in regola, oltre si è fuori legge e si rischiano sanzioni da 516 a 5.164 euro. I limiti cambiano a seconda delle classi in cui il piano divide la città, con aumenti di 5 decibel da una all'altra. La prima raggruppa le aree particolarmente protette (ospedali, scuole, cimiteri, Molentargius, colle di Sant'Elia, Tuvixeddu) e prevede un massimo di 50 decibel in immissione (cioè misurati in prossimità di chi riceve il segnale sonoro) di giorno e 40 di notte; la seconda è quella delle aree con presenza di residenze ma a bassa densità abitativa, la terza include le zone a presenza mista di residenze e attività produttive (quartiere Marina, inizialmente inserita nella quarta, Poetto, La Palma, Quartiere del Sole, Pirri, Is Mirrionis e San Michele, Marina Piccola); nella quarta ci sono le zone con elevata presenza di attività umane (Stampace Basso, San Benedetto, lo stadio, la fiera); la quinta include le aree prevalentemente industriali (viale Elmas, una parte di viale Marconi) mentre la sesta si riferisce alle aree esclusivamente industriali, coincide con la zona di Macchiareddu e prevede 70 decibel di limite massimo, diurno e notturno.
«PIÙ CONTROLLI» Dopo l'approvazione del piano, il consiglio ha accolto un ordine del giorno presentato da capogruppo del Pd Davide Carta. Il documento chiede controlli più intensi «secondo obiettivi quantificabili e misurabili» da parte della polizia municipale («in ausilio e supporto alle altre forze dell'ordine», secondo un'integrazione proposta dal sindaco Massimo Zedda) nel centro storico, e la presentazione «entro sei mesi» dei piani di risanamento acustico per Marina e Stampace.
COMITATO Scontenti i cittadini del comitato “Rumore no grazie”: «Questo piano si basa su dati obsoleti anziché su precise rilevazioni fonometriche. Continueremo a batterci perché vengano applicate le leggi», promette Enrico Marras.
Marco Noce