Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il Comune fa i dispetti al ministro Brunetta

Fonte: La Nuova Sardegna
10 aprile 2009

VENERDÌ, 10 APRILE 2009

Pagina 1 - Cagliari
Mai inviato un documento sulla partecipazione negli enti
I funzionari romani confermano: «È inammissibile»

PABLO SOLE

CAGLIARI. C’è una falla grande come il municipio di via Roma nella pur meritoria “operazione trasparenza” lanciata dal ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta. Una falla che, stando alle direttive di Roma, potrebbe diventare presto un esempio di danno erariale.
I fatti. Pochi giorni fa sul sito del ministero sono comparsi i documenti relativi alle società e consorzi compartecipati da comuni e amministrazioni provinciali di tutta Italia, con relativi emolumenti sborsati dagli enti per un posto nei vari consigli di amministrazione. I dati sono stati inviati dagli stessi enti, così come previsto dalla Finanziaria del 2007 e la lista è lunga. Ma incompleta. Perché qualcuno si è dimenticato di questo piccolo obbligo. E chi c’è tra gli sbadati? Il Comune Peraltro non si tratta di una distrazione dell’ultima ora, come testimoniano dagli uffici romani del dipartimento della Funzione pubblica: ‹‹Da Cagliari non hanno inviato alcun documento, né per via telematica, né tramite supporto dvd. Non parliamo solo del 2007, ma anche degli anni precedenti››.
Le verifiche. Insomma: niente di niente. Tanto che a una verifica sul sito www.consoc.it, il portale per la “Gestione della partecipazione di pubbliche amministrazioni a consorzi e società”, i documenti del Comune sono bianchi: tabula rasa. Eppure le poltrone occupate a nome dell’amministrazione non mancano, tra Ctm, Casic e Consorzio di gestione del parco di Molentargius-Saline. Il problema nasce quando la “distrazione” degli uffici municipali - e della parte politica che in merito dovrebbe fissare le direttive e saggiarne la loro osservanza - potrebbe costare alle casse comunali un bel po’ di denari.
Le sanzioni. Cosa contempla, oltre l’obbligo di presentare l’elenco delle compartecipazioni, la Finanziaria del 2007? Le sanzioni per le amministrazioni inadempienti così come segnalato sul sito del ministero per la Pubblica amministrazione, sono queste: nel caso di mancata o incompleta comunicazione dei dati al dipartimento della Funzione pubblica ‹‹è vietata l’erogazione di somme a qualsivoglia titolo (...) a favore del consorzio o società, o a favore dei propri rappresentanti negli organi di governo degli stessi››. Ora: ipotizzare che i delegati del Comune seduti nei vari consigli d’amministrazione abbiano lavorato per almeno tre anni senza intascare lo stipendio è inverosimile. Il problema è che quei soldi non avrebbero dovuto essere erogati e, in seconda istanza, se il ministero avesse effettuato i dovuti controlli sarebbero partite le sanzioni previste dalle norme, con uno stop ai trasferimenti statali. Lo stabilisce il comma seguente, che inaugura una serie di multe a cascata e rammenta che in caso di mancata osservanza delle disposizioni, ‹‹una cifra pari alle spese da ciascuna amministrazione sostenuta nell’anno viene detratta dai fondi a qualsiasi titolo trasferiti a quella amministrazione dallo Stato medesimo››. Tradotto: si chiudono i rubinetti. E su questo versante è utile ricordare come la legislazione tenda a ravvisare, nel caso di una detrazione di fondi operata dallo Stato nei confronti dell’ente locale a causa di un inadempimento amministrativo, i profili tipici della responsabilità per danno erariale. Su questo versante però la partita è ancora da giocare, visto che la Corte costituzionale ha dichiarato illegittime le sanzioni ma contemporaneamente il ministero scrive che sono tuttora valide. Tant’è: anziché rischiare eventuali provvedimenti, non sarebbe meglio puntare sulla trasparenza e l’osservanza delle norme? Il Comune non risponde: è tabula rasa.