Migranti a Cagliari, è caos. Carte d'identità false e polizia al collasso
La Guardia di Finanza blocca 2 cittadini somali arrivati nel capoluogo sardo, saltano fuori decine di documenti d'identità italiani falsi. Il sindacato dei poliziotti: "Sbarchi indiscriminati, situazione insostenibile".
CAGLIARI - L'arrivo di centinaia di migranti nel capoluogo sardo - tra chi vuole andare via al più presto dall'Isola, chi sceglie di farsi aiutare e chi bivacca sotto il cielo di piazza Matteotti - porta il Coisp (sindacato indipendente di polizia) a vergare una lettera dai toni decisamente duri. Tutto mentre alla prefettura ferve il lavoro dei funzionari per consentire ai migranti che lo richiedono di partire verso altre destinazioni, sia italiane sia europee. Intanti, da molti giorni piazza Matteotti e i portici del Comune sono tornati ad essere i "letti all'aperto" di decine di migranti.
IL COISP: "È EMERGENZA" - “Quanto incontrollabile possano diventare le conseguenze dell’immigrazione indiscriminata, senza filtri e senza limiti che la rendano gestibile nella maniera più sicura, diventa ogni giorno più evidente, soprattutto in questo momento storico in cui è riesplosa l’emergenza terrorismo. Diventa sempre più evidente specie alla luce dell’oramai provata difficoltà di effettuare riconoscimenti e controllo di chi arriva e, come nulla fosse, è perfettamente in condizione di allontanarsi e far perdere le proprie tracce, senza che abbiamo idea ‘del perché e del per come’ è giunto qui, proprio come farebbe un fantasma. Fantasmi senza nome e senza identità, che magari poi, però, possono trovarne una se da qualche parte per loro ci sono documenti pronti a garantirgli la massima mobilità". Così' dal sindacato indipendente di polizia, attraverso il segretario generale Franco Maccari, dopo che la Guardia di Finanza "ha bloccato a Cagliari due cittadini somali sbarcati dal traghetto proveniente da Civitavecchia con 36 carte d’identità italiane false, ritenute "il 'biglietto' per la libertà per cittadini somali sbarcati clandestinamente od ospiti in qualche centro di accoglienza nell'Isola. Gli investigatori infatti, temono che i documenti falsi servissero a un gruppo di somali entrati in modo irregolare in Italia, e presenti in questo momento nel Cagliaritano, per poter lasciare l’Isola e muoversi liberamente. Un episodio gravissimo", osserva Maccari, "anche senza che ci sia bisogno di ricordare che appena pochi giorni fa sono arrivati a Cagliari quasi 700 immigrati di cui solo 9 hanno acconsentito all’identificazione, mentre la maggior parte degli altri è ormai lontana su strade che non conosciamo".
LA NOTA DELLA PREFETTURA - "I migranti eritrei e somali, giunti il 21 marzo scorso a Cagliari a bordo della nave spagnola Numancia, stanno manifestando anche mediante cortei con slogan di proteste perchè, non avendo intenzione di restare in Sardegna, aspirano a ricongiungersi a parenti e amici presenti nella penisola o in altri Paesi d’Europa. La Convenzione di Dublino prevede, infatti, che la domanda di asilo deve essere presentata ed esaminata esclusivamente nello stato di ingresso dell’Unione Europea. È stata prevista recentemente una deroga che consente agli eritrei, e non anche ai somali, di presentare, previo fotosegnalamento, domanda in Italia e di poter comunque essere “ricollocati” in altri Stati membri dell’Unione". L'iter che si sta seguendo: "Tutti i 378 somali ed i 261 eritrei sono stati immediatamente visitati ed ospitati all’interno dei Centri di Accoglienza Straordinaria autorizzati dalle quattro prefetture della Regione. Per rendere più celeri le citate procedure di “relocation” (fotosegnalamento ed informazione ai migranti da parte dei Rappresentanti delle Organizzazioni Umanitarie Internazionali) e per consentire l’immediato imbarco dei richiedenti asilo, la prefettura e la questura hanno deciso di sistemare tutti gli eritrei in una struttura" di Cagliari. "Sono già partiti 39 eritrei con destinazione Castelnuovo di Porto (Roma) per essere ricollocati presso i Paesi di rispettiva preferenza. Molti eritrei hanno inizialmente rifiutato il fotosegnalamento, ignorando il diritto di potersi avvalere della 'relocation'. La costante attività di informazione dei rappresentanti della prefettura, della Questura e dei mediatori culturali attivi nella predetta struttura, ha poi consentito il pacifico svolgimento delle descritte operazioni. Analoga procedura non può essere avviata per richiedenti asilo di nazionalità somala", molti dei quali sono ospitati in strutture "nelle province di Sassari, Nuoro ed Oristano" e "si sono riversati sul territorio con la speranza di poter raggiungere il continente senza farsi fotosegnalare". La speranza è che "l’incessante attività di convincimento rivolta a coloro che pernottano in strada possa giungere molto presto a buon fine.