Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La solidarietà non è virtuale Dal web all'ex motel Agip: decine di volontari con i migranti

Fonte: L'Unione Sarda
1 aprile 2016

L'appello su Facebook ha mobilitato tante persone, al lavoro nella struttura di Pirri 


Quell'appello, lanciato su Facebook, non poteva lasciarla insensibile. Intollerabile non fare niente per quei 700 migranti sbarcati a Cagliari. Così Tiziana Firinu, utilizzando il social network, ha creato un gruppo “Restiamo umani - volontari accoglienza Cagliari” per dare una mano ai circa duecento profughi alloggiati all'ex motel Agip. «Nel giro di poche ore», racconta Tiziana Cotza, una delle amministratrici del gruppo, «ci siamo organizzati. Abbiamo raccolto abiti e generi di prima necessità, abbiamo organizzato i volontari e siamo riusciti a soddisfare le esigenze primarie di queste persone».
E, soprattutto, sono arrivati tanti volontari. «Mi sembra impossibile», spiega Nicola Girau, «restare insensibili quando si viene a sapere che un ragazzino di sedici anni muore per inseguire una vita normale. Quando ho visto quelle immagini mi sono chiesto che cosa potevo fare». Si è presentato all'ex motel Agip con un po' di roba da distribuire ai migranti. E con tanta voglia di dare una mano. «Mi sono detto: porto qualcosa, sto un'oretta e me ne vado».
Ma le cose sono andate diversamente. «Sono rimasto sei ore e ho deciso di tornare il giorno dopo e il giorno dopo ancora». Non è l'unico: con lui Daniela, Marco, Francesca e tanti altri ancora. Da una settimana, trascorrono le loro giornate all'ex motel Agip: in tanti, addirittura, hanno rinunciato al pranzo pasquale o alla gita fuori porta di Pasquetta per dare una mano ai migranti. Nelle prime ore, hanno lavorato per coordinarsi con gli operatori di Atlantia, la cooperativa che gestisce la struttura. E, ora, la macchina gira a pieno regime.
Sembrava un lavoro facile, facile: in fondo, si trattava di smistare quello che arrivava nella hall dell'hotel. Ma i volontari si sono ritrovati a fare i conti con la generosità dei cagliaritani: per ogni bustone smistato e ordinato ne arrivavano due, tre. Alla fine, l'impegno meno gravoso è stato quello che all'inizio sembrava il più faticoso: vestire dignitosamente quelle persone che, per affrontare mesi e mesi di viaggio, si erano portate con sé solo qualche maglietta sdrucita. All'apertura del “magazzino” si è formata una fila ordinata con i migranti che, numerino alla mano, attendevano il loro turno.
Tanto facile che i volontari si sono potuti dedicare anche ad altro: tra i tanti doni arrivati dai cagliaritani anche giocattoli destinati alla ventina di bambini sbarcati in città. Quindi, all'interno del magazzino, hanno creato una sorta di asilo dove alcuni di loro si occupano di far giocare i piccoli ospiti.
Marcello Cocco