Accordo tra Eni e Fai per la gestione del sito. Che resta produttivo
Circa 2.700 ettari di bacini evaporanti, caselle salinanti, cumuli di sale, praterie di salicornia, colonie di fenicotteri e altre specie di uccelli, atmosfere e colori suggestivi: uno sconfinato, strano paradiso in piena zona industriale di Macchiareddu, affacciato sulla laguna di Santa Gilla. Sono le saline Conti Vecchi: una realtà industriale produttiva che tra un anno, se tutto andrà secondo i piani di Eni e Fai, sarà anche meta di escursioni guidate (a pagamento) su un trenino elettrico. Questo grazie a un accordo per la valorizzazione delle saline, presentato ieri mattina nello stabilimento della Syndial e benedetto dalla Regione.
LA CONCESSIONE Alla Regione la società per azioni che gestisce le saline, la Ing. Luigi Conti Vecchi (controllata al 100 per 100 dalla Syndial, a sua volta controllata interamente da Eni), ha presentato domanda per la proroga della concessione dell'area demaniale che le fu rilasciata nel 1921 e che scadrà fra cinque anni. E se a leggere il comunicato distribuito ieri mattina ai giornalisti la cosa sembra già fatta («la scadenza, prevista nel luglio 2021, verrà rinnovata ed estesa dalla Regione Autonoma della Sardegna, in considerazione del piano di investimento industriale»), in realtà le cose non stanno così: «Il percorso è ancora lungo e prevede vari passaggi», mette le mani avanti l'assessora all'Industria Maria Grazia Piras. «La richiesta - spiega - dovrà essere affissa in evidenza pubblica per 30 giorni, poi scatteranno le procedure previste, inclusa la valutazione d'impatto ambientale».
INVESTIMENTI Certo la Ing. Conti Vecchi si presenta alla burocrazia regionale con due carte forti in mano. La prima è, appunto, il piano d'investimento avviato quattro anni fa: 60 milioni, di cui 53 già spesi, per rinnovare gli impianti garantendo un minor consumo energetico e un cambio di produzione, ora non più orientata al consumo principalmente industriale (il sale è utilizzato per la produzione del cloro-soda) ma alimentare (dal sale di qualità comune fino alle eccellenze come il “fiore”, ricercato dai gourmet più apprezzati), cosmetico (con forniture per la realizzazione di sali da bagno) e perfino farmaceutico. «Tutte produzioni a più alto valore aggiunto», spiega l'amministratore delegato Franco Papate, che snocciola le ricadute sul bilancio: «Quattro anni fa perdevamo 33 milioni, quest'anno puntiamo a chiudere in pareggio».
PARTNERSHIP L'altra carta è l'accordo fra Eni e Fai per l'accessibilità del sito. Eni, ha spiegato l'amministratore delegato di Syndial, Giovanni Milani, investe un milione e mezzo per ristrutturare percorsi ed edifici (uffici, ex officina diventeranno spazi di accoglienza ed espositivi, con reperti di archeologia industriale) più 150 mila euro l'anno per la gestione. Quest'ultima verrà affidata al Fai: «Assumeremo quattro, forse cinque persone», ha annunciato il vicepresidente esecutivo Marco Mangiafico, mentre la presidente regionale Maria Antonietta Mongiu ha parlato di «esempio di buona prassi».
PIGLIARU L'accordo è stato definito «un modello esportabile», magari a Molentargius, dal presidente della Regione Francesco Pigliaru, che ha richiamato Eni al rispetto degli accordi in materia di bonifiche e chimica verde per quanto riguarda il nord Sardegna. All'incontro hanno partecipato anche l'assessora all'Ambiente Donatella Spanu, i sindaci di Capoterra (Francesco Dessì) e Assemini (Mario Puddu) e i numerosi discendenti di Luigi Conti Vecchi, l'ingegnere che, alla fine della I Guerra mondiale, industrializzò lo sfruttamento delle saline.
Marco Noce