Rassegna Stampa

Il Sardegna

La Procura ritorna a Tuvixeddu Cualbu e Santoni sotto inchiesta

Fonte: Il Sardegna
8 aprile 2009

Colle conteso. Ipotesi di abuso d'ufficio e falso per l'ex sovrintendente e per il fondatore di Coimpresa

Sotto la lente del pm potrebbe esserci il ruolo dell'architetto su vincoli e nuove tombe

Elena Laudante elena.laudante@epolis.sm ¦

L'ultimo filone d'inchiesta su Tuvixeddu punta in alto: all'operato della Soprintendenza ai Beni archeologici e della stessa Nuova Iniziative Coimpresa, proprietaria delle aree ai piedi della necropoli punica, osteggiata da Renato Soru che voleva ampliare il vincolo a tutto il colle. La procura ha iscritto nel registro degli indagati i nomi dell'ex sovrintendente Vincenzo Santoni, ora in pensione, e del fondatore di Coimpresa, Gualtiero Cualbu. Entrambi compaiono nel fascicolo su Tuvixeddu per le ipotesi di falso e abuso d'ufficio, in concorso. Impossibile conoscere i (presunti) comportamenti che danno senso a meri titoli di reato. Al momento ci sono soltanto le proroghe di indagine chieste dal sostituto procuratore Daniele Caria e notificate qualche settimana fa ai diretti interessati, assistiti da Pierluigi Concas e Agostinangelo Marras. Il fatto che la notizia della loro iscrizione sia trapelata solo ora - da codice di proce-dura penale risale quantomeno a sei mesi fa, durata di ogni singola proroga - è la prova, anzitutto, della coltre di segreto imposto dalla Procura su questa vicenda. Dunque, per capire il contesto di quest'inchiesta ci si può solo affidare alla cronaca.
VOTO CONTRARIO. Uno degli ultimi atti della carriera di Vincenzo Santoni, da sovrintendente di Cagliari e Oristano, è stato il voto contrario all'estensione del vincolo all'intera area Tuvixeddu-Tuvumannu. L'unico “no” (era il 21 febbraio 2007) alla dichiarazione di interesse pubblico varata dalla Commissione per il paesaggio (dichiarata illegittima), fu proprio il suo. L'iniziativa di rivedere il vincolo era stata presa sulla base del Codice Urbani che consente di farlo in caso di nuovi ritrovamenti. E infatti nella relazione della Commissione - inviata alla Giunta che in agosto 2007 ha poi accolto quella proposta - si legge che «tra gli elementi macroscopici di nuova cognizione, occorre evidenziare l’affioramento e il riaffioramento di centinaia di tombe puniche finora sepolte e ignote e la coscienza di una impensabile vastità territoriale della necropoli, nonché la visibilità di cavità naturali ed artificiali». Di opposto avviso l’architetto Santoni. Di fronte alla domanda sull'esistenza di ritrovamenti rispose che «dopo il 1997 ne sono state scoperte a decine all’interno dell’area vincolata» ma che è comunque ininfluente ai fini dell’ampliamento del vincolo paesaggistico perché è ormai «assodato» che i ritrovamenti sono sempre ricaduti nell’ambito dell’aera sottoposta a vincolo archeologico. A leggere il titolo di reato - falso e abuso d'ufficio - contestato in concorso a Santoni e Cualbu - sembra quasi che inquirenti e investigatori del Corpo Forestale sospettino proprio di quel “no”. L'unico atto apparentemente favorevole a Coimpresa. E da qualche mese, secondo la Procura, sospetto.
IL FRANCESE. Il primo filone di inchiesta sul colle conteso era parito dall'esposto della stessa Compresa. Identica l'ipotesi di reato, abuso d'ufficio, ma del quale i Cualbu sarebbero vittime: il pm Caria sta cercando di capire il ruolo del paesaggista francese Gilles Clément, autore del proge tto su Tuvixeddu (“Parco Karalis”) gradito a Renato Soru. Ma sul compenso è giallo. Per il Tar, invece, Soru aveva in mente di sostituire il progetto Coimpresa con quello di Clément, in spregio al diritto acquisito da Coimpresa: uno “sviamento di potere”.