Via Cinquini: nulla cambia dopo il vertice in Prefettura - I residenti avevano invitato il sindaco che era a casa influenzato
Le siringhe sono sempre lì. In bella vista, con ago insanguinato, tra le aiuole delle undici palazzine dell'ex Gescal. La rivolta delle duecento famiglie, due settimane fa, è servita a poco. In un'urgente riunione in Prefettura erano stati decisi interventi per eliminare degrado e pericoli. «Gli operai del Comune si sono visti una mattina», raccontano i residenti. «I nostri giardini sono sempre regno di tossicodipendenti e siringhe». I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale intanto ieri sera hanno effettuato un blitz antidroga in un circolo privato della zona: recuperate una cinquantina di dosi di cocaina.
COMUNE ASSENTE A mezzogiorno i rappresentanti delle famiglie dell'ex Gescal si presentano puntuali in via Scornigiani. Avevano chiesto, con un invito protocollato lunedì scorso, di poter incontrare il sindaco Massimo Zedda o un suo rappresentante. Obiettivo: mostrare l'incredibile situazione dell'area tra via Cinquini, via Cornalias e via Serbariu. Attesa vana: nessuno arriva perché il sindaco è a casa, influenzato. «Le istituzioni ci hanno abbandonati», commenta amareggiato Gesuino Trincas. Molte le domande senza risposta: perché non sono iniziati i lavori programmati nel vertice in Prefettura? Quanto si dovrà attendere per una pulizia in tutta la zona? Per quanto tempo gli abitanti dell'ex Gescal, soprattutto i bambini, dovranno convivere con siringhe e drogati? Il presidio delle forze dell'ordine c'è di pomeriggio e di sera, nelle vicinanze della scuola materna, ma non sembra sufficiente.
TAPPETO DI SIRINGHE Ancora una volta è facile documentare il degrado. Le siringhe sono ovunque: nelle aiuole, conficcate nel terreno o in un vecchio materasso, abbandonate sopra i muretti o accanto alle panchine. Alcune, ago in vista, sono in mezzo ai sentieri. Sono ricomparse, numerose, anche in via Cinquini. «Dopo la pulizia, dieci giorni fa, i tossicodipendenti sono tornati lasciando i soliti, pericolosi resti», spiega Virginia Todde. «Abbiamo letto di una serie di interventi da realizzare», aggiunge Mario Cecconi, «cioè nuova illuminazione, aree da recintare, pulizia di tutta la zona e presenza costante di polizia e carabinieri. Per ora sono solo parole. Siamo abbandonati». Le duecento famiglie hanno perso la pazienza. «I rioni di periferia sono trascurati e dimenticati dalla politica», sbotta ancora Virginia Todde: «Vi sembra normale non poter far giocare i bambini nei giardini perché rischiano di pungersi con gli aghi delle siringhe? Siamo costretti a convivere con i tossicodipendenti che si bucano davanti ai nostri occhi».
NESSUNA RISPOSTA Il comitato di cittadini “San Michele e dintorni” aveva chiesto l'intervento del sindaco: «Gli abitanti hanno bisogno di risposte», spiega il portavoce Claudio Mudu, «invece nulla: la distanza tra istituzioni e cittadini è sempre maggiore. Sono state fatte promesse ma per ora sono rimaste quasi tutte sulla carta».
Matteo Vercelli