Cagliari
INCHIESTA TUVIXEDDU
Quindici tombe cancellate
Dissequestrato il cantiere ma le accuse restano
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CAGLIARI. Una quindicina di tombe puniche sono sparite nell’area sepolcrale di Tuvixeddu sotto il manto delle strade o sepolte definitivamente sotto le muraglie di pietre che l’impresa incaricata dal Comune ha costruito senza rispettare le dimensioni stabilite nel progetto definitivo: è scritto nel provvedimento col quale il gip Roberto Cau ha revocato il sequestro cautelativo di una parte del cantiere, accogliendo l’istanza presentata dagli avvocati Mariano e Massimo Delogu, difensori del dirigente comunale Paolo Zoccheddu, e dell’avvocato Massimiliano Ravenna, che assiste il funzionario comunale Giancarlo Manis, accusati di violazione delle norme ambientali dal pubblico ministero Daniele Caria insieme ad altre due persone. Ora i lavori potranno riprendere, ma solo nelle superfici esterne al sito archeologico. La decisione del magistrato non è però in contrasto con quanto accertato dalla Forestale nei mesi scorsi: le opere realizzate attorno alla necropoli non risultano autorizzate dall’ufficio regionale tutela del paesaggio e quindi sono abusive. Per di più il giudice conferma i timori espressi nel corso degli anni dagli ambientalisti e dagli studiosi di archeologia: gli interventi compiuti sul colle hanno fatto letteralmente sparire una quindicina di sepolture puniche e il ritrovamento di centinaia di altre tombe rappresenta la prova di come i lavori su Tuvixeddu siano stati controllati dalla Sovrintendenza archeologica, che pure aveva l’obbligo di sorvegliare con la massima attenzione ogni passaggio dei lavori. Invece quelle che dovevano essere semplici fioriere, nell’esecuzione finale sono diventate muraglie pesanti, quasi dei bastioni a ridosso delle tombe. Non solo: al di là di quelli che dovevano essere i confini tra il parco archeologico e quello naturalistico sono saltate fuori tombe intatte, mai esplorate prima, rimaste quindi al di fuori dall’area ‘ufficiale’ della necropoli.
Un sopralluogo compiuto informalmente il mese scorso dal pm Caria insieme al procuratore capo Mauro Mura è servito a rafforzare i sospetti che su Tuvixeddu si sia operato con criteri piuttosto discutibili. L’inchiesta giudiziaria è in corso e il magistrato inquirente è impegnatol a vagliare i documenti acquisiti nelle ultime settimane agli uffici della Sovrintendenza. Le verifiche della Forestale vanno avanti, altri avvisi di garanzia potrebbero partire molto presto.