Le proposte di Legambiente e l'impegno del Comune per la rinascita della spiaggia
Proteggere le dune per salvare il Poetto. La scommessa, avviata con la riqualificazione del lungomare e la realizzazione del cordone dell'ecofiltro, deve proseguire ora con gli interventi specifici sulle dune, sui quei tratti dove la vegetazione spontanea sta trattenendo quella sabbia che appena pochi anni fa finiva dritta, durante le mareggiate, sulla litoranea. Contribuendo all'erosione.
I LABORATORI Ieri Legambiente ha chiamato a raccolta i protagonisti di quei laboratori naturali permanenti che a Domus de Maria-Chia, Villasimius e Posada hanno avviato da tempo i piani di ricostituzione dei cordoni dunali e che adesso stanno dando i frutti sperati: la formazione delle colline di sabbia che un utilizzo poco accorto delle spiagge aveva cancellato.
L'IDEA «Sul Poetto bisognerà fare altrettanto», ha spiegato Vincenzo Tiana, presidente del comitato scientifico dell'associazione. «La massiccia frequentazione, anche di notte, del litorale rinato - ha ricordato Carla Varese - presidente del circolo cittadino - è certo un fatto positivo ma l'impatto sulla spiaggia va regolamentato, in particolare su quei punti più delicati come le dune». Ed è per questo che, simbolicamente, Legambiente ha rinchiuso la grande duna della quarta fermata con i nastri bianco-rossi indicando la strada da percorrere.
IL FUTURO Adesso toccherà al Comune proseguire l'opera. «Ci ricordiamo tutti la sabbia spazzata via e trasportata sulla strada dalle sciroccate», ha detto l'assessore all'Ambiente, Palo Frau. «La realizzazione dell'ecofiltro sta già dando ottimi risultati, sarà la barriera che impedirà alla sabbia di volar via. Sul cordone artificiale poggeranno poi le nuove dune, quelle che dobbiamo perimetrare con recinzioni leggere di legno e cime, proteggere con incannucciati e passerelle per favorirne la formazione e sottrarle al calpestio».
Sono stati il responsabile per la Provincia del progetto Providune, Alberto Sanna, la sindaca di Domus de Maria, Concetta Spada, e il responsabile dell'Area Marina protetta di Capo Carbonara, Fabrizio Atzori, a raccontare i “successi” ottenuti negli arenili di Chia e Villasimius. Esempi da copiare e riproporre, «naturalmente con le giuste differenze dovute alle caratteristiche peculiari di una spiaggia urbana come quella del Poetto», ha precisato il biologo Alberto Sanna.
Insomma, la rivoluzione sulla spiaggia dei centomila deve restare azione permanente. «Che coinvolgerà anche il tratto quartese, come è stato deciso recentemente da noi e l'amministrazione Delunas», ha sottolineato Paolo Frau.
LA SFIDA Sulla sesta fermata, dove sulla spiaggia insiste una depressione che favorisce allagamenti e dove l'utilizzo dell'arenile è spesso eccessivo, è stata lanciata una sfida: un piano di protezione e riqualificazione specifico. Intanto la presidentessa regionale di Legambiente, Annalisa Columbu, ha annunciato una richiesta alla Regione di un impegno finanziario per sostenere un esteso intervento di rinaturalizzazione degli ambiti costieri.
Andrea Piras