Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Cagliari, sit in contro il genocidio in Kurdistan

Fonte: La Nuova Sardegna
29 febbraio 2016


I manifestanti accusano: "La Sardegna ha ospitato i militari turchi in addestramento"

CAGLIARI. «È genocidio in Kurdistan», è uno degli striscioni appesi in piazza Costituzione a Cagliari per il sit-in organizzato dagli antimilitaristi a sostegno della lotta anti-turca. Nello stesso telone issato davanti al Bastione anche il disegno di bombe e carri armati. Ai partecipanti è stata distribuita una bandiera del Kurdistan.

Sterminio dei Curdi, sit in e marcia fino alla base militare
Cagliari. Quello che è in atto in Kurdistan è un genocidio: lo hanno affermato ancora una volta i manifestanti riuniti in piazza Costituzione con alcune crude immagini sulle vittime della reazione del governo turco alle richieste dei ribelli curdi di avere maggiori diritti oppure l'indipendenza da Istanbul. La vicenda del popolo curdo che è un'etnia sparsa fra Turchia, Iran, Iraq e Siria si inserisce nel complesso scenario mediorientale dove in questo momento è in corso, tra le altre, una lotta contro lo Stato Islamico lotta nella quale i curdi iraqueni, i peshmerga, si stanno rivelando determinanti, circostanza che ha creato un favore internazionale poco gradito al governo turco. Dopo il sit in i manifestanti hanno organizzato una marcia da San Sperate alla base Nato di Decimomannu(video di Mario Rosas) L'ARTICOLO
La manifestazione è stata organizzata dalla Rete Kurdistan ed è appoggiata da diverse associazioni e movimenti tra i quali Cagliari social Forum, Usb. Presenti anche vari rappresentanti della comunità curda a Cagliari.

«La Sardegna - accusa la Rete Kurdistan - ha ospitato i militari turchi per gli addestramenti». Fra le richieste anche quella dello stop alle armi con la richiesta alla Turchia di riapertura dei dialoghi di pace, la liberazione di Ocalan e dei prigionieri politici e della cancellazione del Pkk dalle liste del terrorismo.
Domani sabato 27 febbraio 2016 seconda tappa antimilitarista, questa volta organizzata dalla Rete no basi: la camminata di protesta partirà da San Sperate per puntare poi verso la recinzione esterna dell'aeroporto militare di Decimomannu. I manifestanti - a proposito dell'annuncio di abbandono della base da parte dei militari tedeschi - pensano che la protesta possa dare «la spallata finale» per la chiusura.