"Balneari, a rischio le concessioni fino al 2020". Il caso in Parlamento
"Sarebbe una ulteriore intollerabile discriminazione in ambito Europeo dell’Italia, e soprattutto un gravissimo danno per l’economia del Mezzogiorno e delle Isole, Sardegna in particolare, la possibilità che la Corte di Giustizia Europea intervenga a impedire la proroga delle concessioni balneari ad uso turistico ricreativo previste fino al 2020".
Lo afferma il senatore Luciano Uras, Gruppo Misto – SEL, che ha presentato un'interrogazione urgente con risposta scritta al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti: "Il settore turistico nazionale poggia parte importante delle proprie attività in relazione alla presenza e buona gestione di stabilimenti e aziende balneari, anche di piccola e micro dimensione, che integrano e valorizzano l’offerta turistico-ricettiva italiana, e in particolare quella del Mezzogiorno e delle Isole, Sardegna e Sicilia soprattutto, qualificandola come tra le più competitive. Nel nostro Paese il demanio marittimo in regime di concessione rappresenta una rilevantissima risorsa economica, e una necessaria base di attività d’impresa eco-sostenibile e di lavoro ai fini di buona occupazione".
"La notizia che in sede Comunitaria si stia disponendo, su iniziativa dell’Avvocato Generale della Corte di Giustizia Europea, in quanto contraria al diritto dell’UE la soppressione delle norme in materia di proroga delle concessioni demaniali, che prevedono in Italia la scadenza al prossimo 2020 getta una pesante preoccupazione su tutti gli operatori".
"Il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti dica urgentemente se tale notizia corrisponde al vero; se il Governo intende intervenire con immediatezza perché sia scongiurata ogni modifica riduttiva dei periodi di concessione demaniale marittima previsti fino al dicembre del 2020, data sulla quale sono stati, in via generale, anche calcolati i periodi minimi necessari per l’ammortamento dei costi di investimento effettuati per stabilimenti e aziende, dai titolari di concessione".
"Infine - conclude Uras - si verifichi se corrisponde al vero che in altri Paesi membri dell’Unione siano in vigore normative estensive dei periodi di proroga delle concessioni esistenti e di riserva della possibilità di concorrere molto più vantaggiose per concessionari e imprese turistico–ricreative nazionali (Ley del Costas – Spagna - 75 anni di proroga)".