Autore: Redazione Casteddu Online il 24/02/2016 01:16
Una cosa che non mi è mai piaciuta della politica è il risiko: due armate di qua, attacco alla Kamchatkca e bla bla ... Nel 2011 una coalizione di sconosciuti, guidata da un semisconosciuto vinsero le elezioni di Cagliari per 3 motivi: avevano un buon programma, erano abbastanza giovani da conquistare i cittadini con il loro entusiasmo e, soprattutto, si contrapponevano a chi da 20 anni aveva gestito ogni tipo di potere politico.
Oggi possiamo dire che i risultati sono stati buoni, non eccellenti come tutti noi speravamo, ma comunque positivi per la città. Abbiamo mancato alcuni obiettivi (in primis la gestione dei rifiuti e la valorizzazione del patrimonio immobiliare), ma la città è in netta trasformazione in tutti i luoghi identitari ed è visibilmente più gradevole e vivibile. A giugno lo sarà ancor di più.
Adesso il rischio è quello di non tenere i piedi per terra, di voler trovare un modo di (ri)vincere a tutti i costi, con le alchimie piuttosto che non con i progetti, la correzione dei (non pochi) errori commessi e la sostituzione di alcuni soggetti mediocri che hanno avuto ruoli guida in (troppi) ambiti.
Insomma dare il meglio di noi, ambire a risultati più ambiziosi, coinvolgendo pure persone più entusiaste e più capaci di noi.
Ecco, io rispetto tutte le idee, le persone e le loro storie. Ma mi spiegate qual è il senso di coinvolgere partiti e personaggi che ad ogni elezione cercano di accordarsi con i (presunti) vincitori ed il cui unico merito "civico" è quello di un pacchetto di voti che (puntualmente) si compensano con quelli della gente che, schifata, rimane a casa ?
Spiegatemelo bene, perché altrimenti, a casa, ci rimango anche io.