Bene “lo sforzo della Giunta e la conseguente sospensione degli aumenti Irap e Irpef“, ma secondo i nove consiglieri regionali di Sel Sardegna, Rossomori, Partito Socialista e Unione Popolare Cristiana occorre mettere mano alla Finanziaria 2016 per “rilanciare comparti produttivi in difficoltà e alleviare le sofferenze, in particolar modo per le zone interne e più periferiche della Sardegna”, ma anche garantire la spesa sociale (disabilità e la lotta alle povertà) e il sostegno al mondo della cultura e dell’Università. “La discussione della legge di stabilità 2016 non deve e non può ridursi a mero adempimento burocratico per il Consiglio regionale e per le forze politiche democratiche, progressiste e identitarie che compongono la maggioranza al governo della Regione – sostengono in una nota congiunta -. Alcune misure presenti nel testo esitato dalla Giunta rischiano, se non corrette in Consiglio regionale, di non risolvere i problemi e, in alcuni casi, di acuire le difficoltà”. “Appare evidente come mezzi e fini siano pericolosamente sproporzionati e che il livello stimato delle entrate di cui dispone la Regione non sia in grado oggi di garantire risposte ai tanti problemi aperti – sostengono -. La vertenza entrate ci appare tutt’altro che risolta. Senza la possibilità di utilizzare in maniera piena e senza limiti le riserve erariali e senza un’azione forte sugli accantonamenti, che nei fatti reintroducono sotto mentite spoglie i meccanismi restrittivi del Patto di stabilità – concludono – l’accordo tra Stato e Regione sottoscritto nel maggio 2014 rischia di rimanere una riforma monca, priva di effetti o addirittura con effetti negativi sull’economia sarda”.