VOTA 2016. Vertice a Roma tra Cappellacci e Berlusconi. Ma Farris frena
Incontri, vertici a sorpresa, telefoni incandescenti e viaggi a Roma. Sono ore frenetiche per lo stato maggiore di Forza Italia chiamato a decidere la strategia da adottare per la campagna elettorale delle prossime elezioni amministrative in programma a giugno. Massidda, Vargiu, un candidato proprio e scelta del simbolo: sono questi i nodi che stanno per essere sciolti. Questione di ore, giura Ugo Cappellacci, coordinatore regionale degli azzurri, che martedì ha incontrato nella Capitale il leader Silvio Berlusconi.
IL VERTICE ROMANO L'incontro che si è tenuto avant'ieri a Palazzo Grazioli fa parte degli appuntamenti mensili con i quali Berlusconi convoca i coordinatori regionali per fare il punto sulla situazione. L'argomento principale, che avrebbe potuto avere ripercussioni anche per la corsa elettorale per Palazzo Bacaredda, è stata la candidatura, poi rientrata, di Rita Dalla Chiesa per il Campidoglio. Una retromarcia causata dall'intervento di Matteo Salvini (oggi in città per l'inaugurazione della sede elettorale del suo partito) che ha sparigliato il gioco. «È passato il principio secondo il quale in alcune realtà, dove il territorio possa ritenerlo opportuno ci potrà essere una caratterizzazione locale e, per esempio, andare a elezioni col nome Forza Sardegna o Forza Cagliari», afferma il coordinatore regionale di Forza Italia. Tradotto? «Siamo liberi di prendere qualsiasi decisione, di correre da soli o convergere verso le liste civiche. Di certo sceglieremo in sintonia con gli alleati». A che punto è la trattativa? «Abbiamo il quadro completo, dobbiamo solo definire i dettagli». Il partito è spaccato in due: pro e contro Massidda. «Ci possiamo muovere su più alternative, Massidda è un'ipotesi in campo. Non bisogna dimenticare che i matrimoni si fanno in due». E se l'accordo dovesse fallire? Avete un piano B? «Stiamo valutando una rosa di candidati di estrazione politica e civica, anche se in questo momento privilegiamo scelte civiche». Nomi? «Ce ne sono diversi ma per il momento preferisco non farne». Cosa auspica? «Vorrei ricondurre tutti all'unità, sia interna che del centrodestra».
SCELTE COLLEGIALI A raffreddare gli entusiasmi e frenare improvvise fughe in avanti ci pensa Giuseppe Farris, capogruppo di FI in Consiglio comunale. «Presentarci senza simbolo è un'ipotesi fantasiosa, un fatto incomprensibile. Sarebbe la negazione della nostra identità e soprattutto sarebbe un modo per prendere in giro gli elettori». Farris avverte: «La sintesi della proposta da portare al tavolo nazionale non potrà che passare attraverso gli organi collegiali del partito».
Andrea Artizzu