Basta visitare il perimetro che bagna Cagliari, Capoterra, Elmas e Assemini: lo stagno di Santa Gilla è, per lunghi tratti, diventato una discarica, colmo di rifiuti di vario genere. I fenicotteri che vi soggiornano potrebbero migrare in altre zone con l'aumento progressivo dei rifiuti com'è successo a Venezia. Il settore dei servizi tecnologici si è occupato del ripristino delle rive, in quanto la laguna è in grado di dare numerose possibilità di lavoro, grazie alla pesca e al turismo. Il problema dell'inquinamento è legato al convogliamento delle acque in due distinti canali: uno delle acque reflue urbane, l'altro della zona industriale. Questo scempio ha portato ad un aumento progressivo della salinità dello stagno a livelli altissimi. I passi fatti per la risoluzione del problema non sono sufficienti: le giunte comunali, unendo le forze, potrebbero varare dei piani di riassetto della laguna in modo che possa essere depurata, ma soprattutto vigilata. Affinché il territorio non venga più deturpato da cittadini-vandali che non rispettano e apprezzano le bellezze naturali appartenenti a tutti.
Luca Ibba