COMUNE. Rinnovo delle quote: l'Ufficio Patrimonio sta per spedire le lettere ai locatari
Nel Largo affitto da 565 euro al mese per 5 case e un attico Palazzo Accardo, largo Carlo Felice al civico 10: un negozio, cinque abitazioni, un ufficio e un attico fanno entrare nelle casse del Comune, proprietario del prestigioso edificio, un affitto da 565 euro al mese. E poi, per fare qualche altro esempio, un appartamento da 80 metri quadri, nel corso Vittorio Emanuele, a 64 euro mensili, una palazzina - datata - in via Vittorio Veneto con giardino a 19 euro.
Tutto vero, messo nero su bianco dagli uffici comunali del servizio Patrimonio. E tutto legale, sia chiaro: canoni fuori mercato esistenti da decenni e sopravvissuti a numerose giunte. «Questa situazione sta per finire», spiegano dagli uffici di via Nazario Sauro. «Le ultime lettere, indirizzate ai locatari, per rinnovare i canoni stanno per partire. Nel giro di un mese il patrimonio edilizio, non residenziale, avrà nuovi affitti in linea con il mercato immobiliare».
IL VALORE Sono 73 gli edifici del Comune concessi in affitto. Il ricavo annuale sfiora i 700mila euro. Anzi, dovrebbe sfiorare perché oltre ai canoni irrisori c'è da combattere la morosità: il 28% non paga regolarmente. Alcuni casi sono già nelle mani degli avvocati comunali. «Ogni situazione va valutata con attenzione», spiegano ancora dagli uffici del Patrimonio. Ci sono persone anziane con pensioni minime che si troverebbero in difficoltà a pagare anche cinque euro in più al mese. Stessa situazione per le associazioni “non a scopo di lucro”. Ma c'è anche chi ne approfitta ritenendo di aver acquisito dei diritti su case ed edifici: ogni possibile aumento - sulla base dei parametri di mercato - viene visto come un atto illegale.
I CASI LIMITE Alcune situazioni sono già state sistemate, altre lo saranno a breve. «È stata fatta una ricognizione di tutto il patrimonio immobiliare del Comune», evidenziano dall'assessorato al Patrimonio. «Un'anagrafe non semplice. Poi sono state avviate le procedure per sanare le posizioni non congrue con i reali valori di mercato». Rinegoziare i canoni però non è così semplice e spesso le partite finiscono in duelli giudiziari. Certamente vedere ancora oggi canoni ridicoli per edifici o appartamenti (in via Cavour a 60 euro al mese, case in via Mazzini a 37, in via Santa Margherita a 43, in via Oristano a 42), seppur con parecchi lavori di ristrutturazione da fare, è uno schiaffo per chi paga centinaia di euro mensili per vivere in quaranta metri quadri in quartieri periferici.
LA SFIDA Non è la prima volta che il Comune affronta il problema dei canoni di locazione dei propri beni. Nel 2006 ci aveva provato anche l'allora assessore al Patrimonio, Gianni Chessa. Aveva realizzato la schedatura di tutti gli immobili con metri quadri, nominativo del locatario, canone pagato, valori di mercato. «Ho incontrato molte resistenze nel provare a portare avanti il progetto di nuova negoziazione degli affitti», ammette oggi a distanza di dieci anni. Che sia questa la volta buona?
Matteo Vercelli