Cosa si fa se due comuni (Uta e Capoterra) della città metropolitna dicono no alla nuova discarica che il Cacip vorrebbe costruire a Uta? Alla domanda hanno provato a rispondere il sindaco del capoluogo Massimo Zedda e l’assessore all’Igiene del suolo Anna Paola Loi, pungolati dal consigliere Enrico Lobina con la richiesta di dibattito sul progetto di discarica presentato dal Cacip all’assessorato regionale all’Ambiente. E se, per Zedda, che non pronuncia né sì né no sull’impianto previsto in agro di Uta, “non si possono ignorare le posizioni espresse da due comuni che formano, insieme agli altri 14, la nuova città metropolitana di Cagliari”, per Anna Paola Loi “la gestione del ciclo dei rifiuti è affare regionale”. Insomma, “Cagliari non può che aspettare l’attivazione del nuovo servizio di raccolta dei rifiuti”. Ma nessuno dei due ricorda che il comune di Cagliari è tra gli azionisti di maggioranza del Consorzio che propone l’intervento.
“E pensare che -attacca Lobina, promotore in consiglio comunale del dibattito sull’impianto del Cacip-, “la nuova discarica produrrà maggiori costi per lo smaltimento dei rifiuti”. “Il Cacip -continua Lobina- sostiene che con la nuova discarica caleranno le tariffe, ma non presenta un’analisi ‘costi-benefici’. E da una comparazione con i costi delle discariche private emerge che questi sarebbero più bassi”.
Non è, comunque, solo una questione di costi: “Stiamo parlando di un intervento inserito in un sito d’interesse nazionale per le bonifiche, proposto da un consorzio le cui azioni sono possedute al 30% dal comune di Cagliari: quest’amministrazione non può fare, allora, finta di nulla”.
Per il resto, il dibattito ha una consistenza fumosa da fine consiliatura. E non si fanno passi in avanti, né sul piano politico né su quello tecnico. Nessuno, infatti, parla di modelli per la gestione dei rifiuti alternativi a quelli esistenti.
Non mancano alcune bordate, come quella del consigliere Paolo Casu, che accusa la giunta di incompetenza sul tema dei rifiuti.
Sul tavolo rimane la promessa di aggiornarsi sul tema, per arrivare tra qualche settimana alla votazione di un ordine del giorno che impegni il comune di Cagliari a dire no alla discarica e a muovere un primo passo nella direzione di una transizione dal modello inceneritori discariche a quello dei “rifiuti zero”, locuzione che incomincia a circolare (chissà se solo a livello nominale) a palazzo Bacaredda. Certo è che i circa 40 membri del comitato No Discarica escono dalla sala del Consiglio con una certezza in tasca: il progetto del Cacip genera un certo imbarazzo.