Restano ancora forti criticità nella finanza locale in Sardegna a causa delle diverse manovre nazionali (nella foto il ministero dell’Economia) che hanno depotenziato la capacità finanziaria dei 377 Comuni. La fotografia è stata scattata dall’Anci in un report che evidenzia come fra il 2010 e il 2015 la manovra sui Comuni ha visto un’incidenza procapite di 202 euro contro i soli 191 dei Comuni del Sud (i sardi hanno contribuito con 11 euro in più).
L’effetto più visibile sui bilanci è stato un taglio del 41,8%, cioè 284 milioni di euro in meno di risorse trasferite e di 171 milioni di euro in più di prelievo fiscale. La riduzione pro capite delle risorse disponibili (fra il 2010 e il 2014) in Sardegna si è attestata su 171 euro contro i soli 105 del Mezzogiorno: con una riduzione di 66 euro in più in Sardegna.
Gli effetti in termini pro capite hanno visto nei piccoli comuni sotto i 1000 abitanti quelli più colpiti. Nell’Isola queste piccole amministrazioni sono 120, circa il 32% del totale dei comuni, con una popolazione complessiva di 69.347 residenti.
Dal 2012, inoltre, i Comuni sardi subiscono un forte inasprimento del Patto di stabilità interno con crescenti
difficoltà di bilancio. Dal 2010 al 2014 a livello nazionale il comparto dei Comuni riduce costantemente il suo peso nel debito della Pubblica amministrazione e lo stesso trend, ma con maggiore intensità, si riscontra nei Comuni sardi che nello stesso periodo registrano un -22% nella consistenza del proprio debito.