Chiesta la riqualificazione dell'area dove degustare i frutti di mare
C'è voglia di rivoluzione sotto la pineta di Su Siccu. Via gli antiestetici e un po' datati gazebo in pvc, via i tavolini e le sedie di plastica. Per gustare i ricci di mare, anche per soli sei mesi l'anno come imposto dalle regole severissime sulla pesca, Cagliari e gli amanti di echinodermi adesso chiedono di più. Sulla scia di quella riqualificazione urbana cominciata con il Poetto e che sta interessando gran parte della città, anche per la “cittadella dei ricci” si pretende il cambiamento. Veri chioschi, servizi igienici adeguati per mandare definitivamente a riposo le strutture che anno dopo anno appaiono sempre meno accoglienti e sempre più simili agli impianti di un cantiere.
I SERVIZI Le tre cabine bagni non sono di certo ideali per un'area che ogni giorno riceve numerosissime persone. Tra l'altro nel fine settimana, quando l'afflusso di cagliaritani è assolutamente maggiore, non vengono pulite e l'igiene lascia a desiderare. I titolari delle concessioni, che ogni stagione versano al Comune un “affitto” mensile di 900 euro (più le spese per acqua e corrente), il futuro se lo immaginano meno precario. Magari ipotizzando un allungamento della concessione se si dovesse veramente imboccare la strada dell'allevamento degli echinodermi per evitare quel fermo di pesca imposto dal decreto regionale sulla tutela di questi frutti di mare messi a rischio da un eccessivo prelievo.
LA MOZIONE Sull'argomento hanno preso posizione i consiglieri comunali del Psd'Az, Gianni Chessa e Roberto Porrà che hanno presentato una mozione per chiedere a sindaco e giunta di predisporre un progetto di rilancio per Su Siccu, trasformando l'area per la degustazione dei ricci «in un'area stabile con una concessione quinquennale seppure con formula stagionale». Dice Chessa: «Oggi più che un luogo per degustare i ricci di mare quello di Su Siccu sembra una fotocopia dei già bruttissimi mercatini natalizi. Ben altro si potrebbe realizzare con chioschi eleganti e magari stabili dove oltre i ricci si potrebbero gustare anche altri prodotti della pesca. Consentendo così ai titolari di investire e magari creare posti di lavoro stabili».
DAL COMUNE Per l'assessora alle Attività produttive, Barbara Argiolas, la questione è stata più volte affrontata e lo sarà ancora, ma sulla commercializzazione dei ricci insistono regole che non dipendono solo dal Comune. La degustazione non va confusa con la ristorazione. Le concessioni sono state pensate per i rivenditori di ricci, se ci si sposta da questa categoria si coinvolgono ben altri attori e la concorrenza sarebbe negativa proprio per i ricciai. Questo non vuol dire che non stiamo pensando a una riqualificazione, comprese altre due postazioni permanenti al Poetto, in linea con il design scelto per il litorale».
Andrea Piras