Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Massidda prenota il Municipio: ho la credibilità per creare lavoro

Fonte: L'Unione Sarda
8 febbraio 2016

VOTO 2016. L'ex Authority e candidato a sindaco guida una coalizione di 7 liste civiche 

Se non sapesse che nella politica la liturgia è sostanza (tempi, mediazione, attesa) l'ex senatore Piergiorgio Massidda punterebbe dritto al bersaglio: «Io e Massimo Zedda, faccia a faccia al ballottaggio». Giugno e le urne sono lontani: evocarli rivela frenesia, disponibilità al confronto, elementi che Massidda sembra incarnare con sorvegliata noncuranza. «Sono in corsa perché i cagliaritani me lo hanno chiesto». Dall'ufficio affacciato sul porto si vede ormeggiata un'enorme nave da crociera scandinava, l'ex Authority la indica: «Porta opportunità, ricchezza. Ma il punto è un altro».
Quale?
«Un risultato di cui vado fiero. Ho spinto i cagliaritani, idealmente l'intera Sardegna, a guardare verso il mare. Abbiamo vissuto troppo a lungo con le spalle rivolte all'orizzonte, da dove arrivano, con gli scambi, le opportunità per creare quel che i cagliaritani aspettano da me: lavoro».
Come farà?
«Mettendo insieme disponibilità economica da un lato, idee e progetti dall'altro».
Può anticiparne qualcuno?
«Lo farò il 20 febbraio alla Fiera. Quel giorno e in quella sede inizierò a presentare il programma della mia coalizione civica».
Sempre più identificabile con il centrodestra. L'ha per caso sostituito?
«No. La crisi del centrodestra - ho contribuito a fondare Forza Italia - è nazionale e a livello locale. C'è una crisi dirigenziale, da qui il bisogno degli elettori di cercare altro, ma anche da parte nostra di proporre qualcosa di diverso».
Lei è il nuovo?
«Gli elettori sanno che non mi identifico né con il centrodestra né con il centrosinistra».
C'è chi fatica a crederlo.
«Mi sono messo a disposizione per fare un progetto civico al di là dei vecchi schemi. La gente che ogni giorno incontro girando per la città vuole sapere che cosa intendo fare per il loro futuro».
Ha la ricetta in tasca?
«Mi permetto di segnalare due aspetti drammatici per la nostra realtà economica, le difficoltà del commercio e del terziario. I dati più recenti dicono che in città sono morte 240 attività del terziario che hanno creato non meno di 450 disoccupati. Di questo tema, che include disperazione e fallimenti, chi parla? Io mi sono messo a disposizione perché per tanti sono credibile, che può creare lavoro».
E lo farà?
«Nella mia vita ne ho creato tanto, vorrei continuare a farlo. Naturalmente non ho la bacchetta magica ma osservo che qualcosa bisognerà pur fare perché due industrie come il Teatro lirico e più in generale il settore culturale non lavorino più in perdita. La sintesi è pessima alleata quando si parla di progetti, ma un altro intervento sarà senz'altro su Giorgino».
Cosa porta in dote di diverso?
«La visione. Tutti sostengono che il sindaco non può fare determinate cose, ma se si continuasse ad avere una visione da condominio sarebbe finita. Propongo di promuovere la città, darle un'orizzonte più ampio, ricco di opportunità».
Anche gli altri candidati propongono novità e riscatto. Pierpaolo Vargiu le ha chiesto addirittura di dialogare e trovare una sintesi.
«Non voglio più parlare di schemi che non esistono. Il mondo corre e noi ci attardiamo a discutiamo di destra e sinistra? Abbiamo già il M5S in fase declinante e Forza Italia non riesce a trovare un candidato. Chiedo di attende il 20 febbraio per iniziare a discutere sui temi-guida del programma di Cagliari 2016».
Ha trovato i candidati giusti per le sue sette liste?
«Alla fine saranno dieci liste. I candidati del mio schieramento sono di alto profilo. Sto conoscendo persone straordinarie. Stiamo facendo una squadra che ragiona con la testa delle persone, elemento vincente della nostra coalizione».
Dal giorno della sua candidatura ha avuto ripensamenti?
«Chi non ha ripensamenti? Ma, da medico, ho la terapia per combatterli: lavorare. Ogni giorno. Fino allo sfinimento».
Pietro Picciau