Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il Parco regno dei randagi e i fenicotteri non nidificano

Fonte: L'Unione Sarda
1 aprile 2009

Molentargius. La riapertura prevista solo il 19 aprile



Sono stati individuati i cani più pericolosi: una quarantina finiranno nel canile di Muravera. Attenzione però a quelli domestici.
Quel registro delle presenze non raccoglie più autografi da una decina di giorni. Dal quel 20 marzo, giorno in cui il Parco di Molentargius fu chiuso per dare la caccia ai cani randagi. «Ma nel fine settimana del 19 aprile potremo riaprire», annuncia il direttore dell'Ente Parco Mariano Mariani. Ieri pomeriggio ha convocato una conferenza stampa nell'edificio Sali Scelti proprio per fare un resoconto della situazione. E, appunto, annunciare la data di riapertura. «Il programma di cattura proseguirà, eventualmente, anche dopo e il Parco tornerà a essere fruibile».
LA CATTURA D'altronde, non è certo facile liberare lo spazio dalla piaga del randagismo. Nei primi giorni dopo la chiusura, tutti gli operatori si sono dedicati, in particolare, al censimento dei cani più pericolosi: li hanno seguiti, hanno individuato i loro movimenti e le tane in cui si nascondono. E, soprattutto, li hanno contati. «Quelli che dovranno essere catturati sono circa una quarantina». Per il momento, quattro di loro sono già finiti nel canile di Muravera. Ma, per rendere sicura l'area, dovranno essere portati via gli altri, considerati pericolosi.
I PERICOLI I cani in libertà non mettono a rischio soltanto l'incolumità dei visitatori. Visto che Molentargius è un parco naturalistico, i responsabili devono preoccuparsi anche delle specie che lo abitano. «E proprio i randagi, anche se non solo loro», spiega Mariani, «sono stati tra i maggiori responsabili della mancata nidificazione dei fenicotteri». Qualcuno di questi uccelli sta tentando di tornare da quelle parti. Per ora, però, devono essere tutelate altre specie, come il gabbiano roseo e, soprattutto, il gabbiano corso.
IL PROGRAMMA Ma i responsabili dell'Ente Parco non si preoccupano esclusivamente della cattura dei randagi. Spesso, i pericoli maggiori arrivano da cani di proprietà che vengono lasciati liberi di vagare. «Puntiamo a sensibilizzare i cittadini che vivono all'interno del Parco: censiremo tutti i cani di proprietà e inviteremo i padroni a dotare gli animali di microchip». Un'opera di persuasione visto che gli operatori dell'Ente non hanno poteri di coercizione: all'interno del Parco, però, potranno agire gli agenti della Forestale e i vigili di Cagliari e Quartu.
IL PARCO La conferenza stampa, alla quale hanno partecipato anche Carla Cortis, in rappresentanza della Asl e la naturalista del Parco Alessia Atzeni, è stata anche l'occasione per fare il punto sullo stato di salute dell'Ente. «Nel 2008, con le sole scuole, abbiamo avuto 8 mila visitatori». E il futuro sembra roseo. «Con la nuova Finanziaria il nostro finanziamento aumenta di 200 mila euro, passando a un milione e 600 mila euro». Denaro che arriva perché il Parco dovrà occuparsi anche della movimentazione idraulica delle saline, l'attività per permettere loro di ricominciare a funzionare.
MARCELLO COCCO

01/04/2009