Proposta del presidente della commissione Sanità
«Nel Piano sanitario regionale non c'è neanche un posto letto per la riabilitazione. Per uscire dal pasticcio dell'ex ospedale Marino c'è solo una strada: convincere la Prosperius a modificare il progetto iniziale e al posto di un centro di recupero medico realizzare un albergo». Mondo Perra, presidente della Commissione sanità del Consiglio regionale conosce molto bene la vicenda del rudere che sfregia la spiaggia del Poetto e il lungomare appena tirato a lucido perché sino a due anni fa sedeva nei banchi di Palazzo Bacaredda. La sentenza del Tar che obbliga la Regione a prendere una decisione entro trenta giorni sulla firma del contratto di aggiudicazione a favore della società fiorentina era nel ventaglio delle possibilità, ma nessuno, sino al giorno della sentenza, l'aveva tenuta nel giusto conto. I nodi però sono arrivati al pettine e sarà complicato scioglierli se non dopo un indennizzo che si annuncia corposo. Mario Bigazzi (titolare della Prosperius) è pronto a chiedere un risarcimento per le spese sostenute e per 50 anni (tanto dura la concessione) di mancato guadagno. Tradotto, milioni di euro.
LO SCONCERTO «Abbiamo individuato il problema durante un incontro tra il professor Bigazzi e il direttore generale dell'assessorato alla Sanità, quando la gara era già stata aggiudicata». Perra ricorda con precisione la scoperta . «Il progetto del centro riabilitativo della Prosperius prevedeva 80 letti per la riabilitazione, peccato che non era possibile autorizzare neanche un posto. In pratica - precisa il presidente della Commissione Sanità - mancava la copertura nel Piano sanitario regionale». Come uscire da queste sabbie mobili? «Sono in imbarazzo per una vicenda che abbiamo ereditato, ma la questione va risolta dall'assessore alla Sanità. Una cosa è certa - aggiunge - non possiamo sforare il 3,7 per cento dei posti letto destinati alla riabilitazione fissato dal Piano». C'è una relazione con l'accreditamento del Mater Olbia? «No, sono due vicende completamente separate: il Mater Olbia ha avuto una deroga del Governo e non rientra nel Piano sanitario regionale», afferma Perra.
LA PROPOSTA Il presidente della Commissione sanità fa una proposta: «Perché non chiediamo alla Prosperius di modificare l'accordo di programma? Solo con il suo consenso possiamo sbloccare l'intoppo». Perra è solidale con la linea tracciata dal sindaco Massimo Zedda e da Alberto Bertolotti della Confcommercio: «Proponiamogli la realizzazione di un albergo». Non sarà semplice cambiare il capitolato, ma è necessario tentarle tutte. E arrivare a una soluzione prima del 29 febbraio.
L'ASSESSORE ERRIU «Gli ostacoli - scrivono i giudici nella sentenza - sono stati frapposti (solo) dall'assessorato alla Sanità (e non da quello enti locali, finanze ed urbanistica)». Forte di questo passaggio Cristiano Erriu, a capo degli Enti locali, mette le mani avanti. «La sentenza del Tar, non aggiunge nulla al quadro della situazione, che era già ben noto a tutti a seguito delle posizioni assunte nella Conferenza di servizi del 18 febbraio dello scorso anno, se non il legittimo richiamo a concludere il procedimento pendente». Serve un'intesa che però in dieci anni non è stata raggiunta. «La sentenza ha ora precisato che l'assessorato degli Enti locali è il soggetto responsabile di assumere il provvedimento conclusivo, sottolineando la necessità che lo stesso sia assunto in coordinamento con una chiara espressione da parte dell'assessorato della Sanità». In pratica Erriu si dice pronto a firmare, se la gara non è stata aggiudicata non è certo per colpa sua. «L'assessorato competente, nei termini temporali stabiliti dal Tar, acquisito formalmente e definitivamente il parere della Sanità circa la disponibilità di posti letti necessari per l'accreditamento della struttura, assumerà il provvedimento definitivo e gli atti conseguenti».
L'AVEVO DETTO Il pasticcio dell'ex ospedale Marino è un cavallo di battaglia anche del vicepresidente del Consiglio comunale Paolo Casu: «La sentenza del Tar è la copia integrale del mio ordine del giorno in attesa di votazione dal 27 marzo 2015».
Andrea Artizzu