È questo l'obiettivo di una mozione, presentata dai consiglieri di Fratelli d'Italia-An Paolo Truzzu e Gianni Lampis e sottoscritta in maniera bipartisan da quasi la totalità dei componenti dell'Assemblea
Potenziare i servizi educativi in contesto domiciliare per la prima infanzia adeguando la normativa sarda a quella delle regioni più virtuose del Nord Italia. È questo l'obiettivo di una mozione, presentata dai consiglieri di Fratelli d'Italia-An Paolo Truzzu e Gianni Lampis e sottoscritta in maniera bipartisan da quasi la totalità dei componenti dell'Assemblea.
L'idea è quella di far fronte alla carenza di asili nido (bambini da 0 a 3 anni) e dare una possibile occupazione alle mamme rimaste senza lavoro in seguito alla maternità o ancora alla ricerca di un impiego. Si tratta di un servizio effettuato da una mamma che, oltre al proprio, ospita bambini di età compresa fra tre mesi e tre anni nella propria abitazione o in quella delle famiglie interessate o in un luogo appositamente attrezzato messo a disposizione dal Comune, da altri enti pubblici e istituzioni religiose.
Attualmente la legge regionale prevede che il numero massimo di bambini ospitabili nelle strutture sia limitato a soli tre piccoli rispetto ai sei delle altre regioni italiane.
"Un tale incremento - sottolineano i primi firmatari della mozione - non avrebbe alcuna ripercussione sui nidi pubblici e privati, in considerazione dell'esiguità dell'offerta oggi presente sul territorio regionale e per il fatto che il servizio mamme accoglienti fornisce una risposta a bisogni differenti rispetto ai nidi tradizionali".