Salvo ulteriori slittamenti entro oggi la riforma degli Enti locali sarà legge. Questa mattina alle 11 il Consiglio regionale riprenderà i lavori esaminando l'articolo 40 della legge. Non mancano, però, gli strascichi polemici perché la riforma ha acceso numerosi focolai di protesta e dato vita a una battaglia di carattere soprattutto territoriale. Alla fine, però, i conti sono fatti e le uniche incertezze sono sul futuro degli enti e sul modo in cui questi potranno funzionare. La zona grigia è rappresentata dalle Province perché le quattro rimaste in vita (Sassari, Nuoro, Oristano e Sud Sardegna) nonostante la volontà di limare al massimo le competenze, sono un ente locale a tutti gli effetti. Per cancellarle definitivamente, sarà necessario aspettare l'esito del referendum che dovrà ratificare la riforma costituzionale.
La Città metropolitana di Cagliari è, di fatto, una Provincia ridotta perché avrà le stesse funzioni e un territorio di 430 mila abitanti dei 17 Comuni che ne fanno parte. Per tutti gli altri la base di partenza è l'unione di Comuni che poi potrà essere potenziata attraverso la Rete urbana (soluzione trovata per Sassari) o la Città media, status riservato a Nuoro, Oristano e Olbia. Potranno ambire allo status di Città media anche Iglesias e Carbonia se optassero per una fusione. E proprio su questo ente che l'assessore Cristiano Erriu sottolinea la necessità di essere «il più possibile coerente con i sistemi locali del lavoro e con le regioni storiche della Sardegna». (m. s.)