Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Così venivano convinti gli amministratori comunali

Fonte: L'Unione Sarda
20 gennaio 2016

Contiello e Cesarini cercavano di far passare la loro attività sotto l'egida della Caritas

 

Pur di raggiungere lo scopo, raccogliere vestiti fingendo di donarli e in realtà venderli in Campania, valeva tutto. «Collaborazione con la parrocchia, giornate caritatevoli», ogni «due o tre mesi il parroco ci scrive un'esigenza particolare e noi organizziamo giochi per bambini per fare la raccolta e portare le persone a donare». Così, secondo le accuse, Rosa Contiello e Giampiero Cesarini cercavano di ingraziarsi gli amministratori comunali per ottenere il servizio di raccolta degli abiti usati. Sapevano che si trattava di rifiuti, in quanto destinati illecitamente alla commercializzazione senza adeguati trattamenti, ma la donna cercava «di far apparire che non era così» fingendo si trattasse «di beni che sarebbero andati solo ai bisognosi». Significativo il colloquio con Guido Afflitto, legato alla società Sarda recupero tessili: «Ci dobbiamo bloccare», spiegava Contiello, «i Comuni li dobbiamo attaccare solo come Caritas perché altrimenti non ne caviamo più piede. Se io entro come Caritas e tu come Sarda recupero tessili…capito?»
Cesarini a sua volta aveva chiesto ad Andrea Nicolotti della Caritas se fosse possibile «usare un mezzo della Eurofrip per la raccolta come fosse dell'ente benefico». Perché? «Se ci ferma qualcuno, il mezzo lo sta usando la Caritas come raccolta per indumenti di donazione». Uno «stratagemma», sottolinea il gip, che dimostra la «consapevolezza degli interlocutori» riguardo il raggiro. Nicolotti aveva un «accordo» con la coppia: il contenuto del tir andava «direttamente a Napoli» così da ottenere un «compenso economico». Proprio lui si «era attivato» per far arrivare ai coniugi gli indumenti del commerciante di Fonni. Questi aveva informato l'Agenzia delle entrate e la Finanza perché fosse tutto in regola. Gli abiti, nuovi, dovevano essere regalati. Nicolotti invece lo definisce «un paranoico» che sosteneva «una serie di menate»; per Contiello era «un mezzo esaurito». Ma la donna, intercettata, spiegava che alcuni vestiti li aveva tenuti per sé o «regalati» alle «amiche». (an. m.)