I COMMENTI. Il sindaco Zedda, l'ex rettore Mistretta e il cantautore Marras
Tutti d'accordo o quasi sul fatto che a Cagliari il peso delle servitù militari, tante caserme ormai inutilizzate, sia eccessivo. Il sindaco Massimo Zedda, l'ex Rettore dell'Università Pasquale Mistretta e il cantautore Piero Marras semmai discutono sui costi legati alla dismissione di spazi oggi abbandonati dalle forze armate e sui costi per la loro trasformazione. «Con l'abolizione del servizio militare di leva obbligatorio - dice il professor Mistretta - è venuto meno anche un importante scambio culturale che arricchiva la città. Oggi si parla spesso della dismissione di alcune strutture militari. Il problema sono le lungaggini burocratiche e il fatto che lo Stato non ha fondi da destinare al recupero di edifici molto imponenti e datati».
Il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, sogna un albergo al posto della caserma Ederle di Calamosca: «Potrebbe essere il luogo ideale per ospitare la cittadella sportiva nel caso a Cagliari arrivassero atleti da tutto il mondo in occasione delle eventuali olimpiaci del 2022. E anche altre strutture militari potrebbero essere utilizzate diversamente in favore della città: oggi la dismissione di queste aree, già avviata, è un'occasione importante che non possiamo lasciarci sfuggire, magari con il coinvolgimento di investitori privati. L'obiettivo finale è la riqualificazione delle strutture in disuso».
Piero Marras, cantautore e attivista sardo, autore di un brano contro le servitù militari (intitolato Quirra), si schiera più apertamente contro il peso della presenza delle forze armate non solo in città ma nell'Isola: «I poligoni e le esercitazioni militari così nocive per ambiente e salute stonano in una paradiso come la Sardegna. La nostra “Grande Bellezza” è stata trasformata in sgabuzzino d'Italia, un avamposto bellico affittato a chiunque voglia testare armi. Barattare la salute per il lavoro è un vero e proprio ricatto a cui abbiamo ceduto, in particolare nell'ultimo secolo». La proposta di Marras per le caserme cittadine ormai quasi inutilizzate smaschera la sua natura artistica: «Bisogna riconvertire gli spazi di guerra e dolore in luoghi di creatività e progresso».
Francesca Della Valentina