Guardare il mondo con le ali della fantasia è come scrivere un racconto sapendo che il finale, se si vuole, può essere rassicurante. Nel caso di Maria Sias (ingegnere civile, ricercatrice di architettura e urbanistica all'Università di Cagliari) e Paolo Figus (giornalista, per otto anni direttore e oggi componente del Consiglio di amministrazione de L'Unione Sarda) l'esperimento è diventato un viaggio che, coniugando tecnica e immaginazione, ha permesso di raffigurare la città del futuro. Come sarà il profilo (e non solo) della Cagliari del 2020 lo spiegheranno i due autori nell'incontro-presentazione del volume “Ali per Cagliari 2020: la città del futuro” (Kalb Edizioni, 93 pagine, 15 euro) domani alle 18,30 al THotel. Il libro affida a una dedica il senso ideale del progetto e la stessa morale della fatica letteraria: «... dedicato a quanti sono stati costretti a lasciare Cagliari per cercare un futuro al di là del mare lasciando qui le loro radici, con la speranza che un giorno possano tornare quando la città sarà diventata più benevola, accogliente, attraente ed economicamente in salute ». Sias e Figus avvertono di non aver scritto né un romanzo né un saggio e tantomeno un'opera di fantasia. Si tratta, come chi mette le ali alla propria immaginazione, di una proiezione beneaugurale: la visione di una città - quella del 2020 - senza ferite, o “fratture urbane”. Una città, scrive Figus, ambientata fra quattro anni «per un semplice motivo: solo l'ipotesi che il cambiamento partitico e politico sia già avvenuto, ha reso possibile lavorare fuori dagli schemi tradizionali, pensando in grande, pensando e facendo».