L'interrogatorio è avvenuto di primo mattino: davanti al pm Giangiacomo Pilia c'era il costituzionalista Pietro Ciarlo, sentito come persona informata sui fatti relativamente all'inchiesta bis sul Teatro lirico. È l'indagine nella quale il sindaco Massimo Zedda deve rispondere di abuso d'ufficio per il presunto ostruzionismo utile a impedire che Mauro Meli fosse nominato sovrintendente al posto di Marcella Crivellenti. Ed è lo stesso fascicolo che, recentemente, ha portato alla revoca e alla successiva restituzione dell'indagine allo stesso magistrato il quale già in precedenza, per un ulteriore abuso d'ufficio, ha mandato a processo il primo cittadino.
Ciarlo avrebbe risposto a domande relative alle due riunioni del consiglio di indirizzo del Lirico cui aveva partecipato (il 22 e il 31 dicembre 2014) e alle cause che l'avevano spinto a dimettersi dal cdi (nominato il 15 dicembre su indicazione del ministro dei Beni culturali, aveva lasciato il 14 gennaio 2015). Nel cdi si era discusso del bilancio di previsione 2015, che sarebbe dovuto essere approvato entro il 2014, e di conti in perdita (si parlava di circa 3 milioni di differenza tra entrate, 16 milioni, e uscite, 19). Sui motivi dell'addio proprio Ciarlo aveva parlato di «troppo caos» e di «una situazione di incertezza insostenibile. La cifra stanziata dalla Regione è insufficiente. Cinque milioni e sette, ne servono almeno 8». Poi aveva segnalato la stortura legislativa per cui il sovrintendente ha ampi poteri di prendere decisioni di cui a rispondere sarebbero però chiamati, in solido, i componenti del comitato d'indirizzo. (an. m.)