CASTELLO. Sostituiti i pezzi guasti, Roma non autorizza ancora l'avvio
Tutti e quattro in rianimazione permanente. Dall'impianto di Scalette Santa Chiara (dove la beffa del prolungato blackout è stato stigmatizzato dai cittadini con un categorico bregungia ) ai tre di viale Regina Elena. E non è neppure finita. Perché se le rassicurazioni ridondanti da parte del Comune hanno creato tante speranze, soprattutto in chi, lassù in Castello, ci vive o lavora, le promesse disattese hanno alla fine esasperato gli animi. L'ultimo giuramento ha i giorni contati. Pronunciato sì e no la prima settimana di gennaio. E una data: lunedì 11.
IL VIA Quel giorno, almeno tre dei quattro ascensori avrebbero ripreso a salire e scendere dopo la terapia d'urto per mandare alla malora i vecchi motori perennemente in tilt. I pezzi di ricambio alla fine sono arrivati. Immigrati dalla penisola verso Cagliari e prendendosi pure tempi lunghissimi ed esasperanti. Sta di fatto che altri giorni sono trascorsi e gli impianti di viale Regina Elena (quello del Bastione e gli altri due vicini all'ex sede de L'Unione Sarda che raggiungono piazza dell'Indipendenza, a due passi da Piazza Palazzo) restano fermi.
In Castello, lassù, a nord della città, quasi hanno perso le speranze. Da mesi i resistenti non possono far altro che spostarsi a piedi per uscire dalla rocca o rientrare nel loro quartiere. I fortunati hanno un parcheggio vicino a casa, la maggioranza deve arrangiarsi.
LE GARE E intanto ieri il Comune ha diffuso l'annuncio della procedura aperta per l'affidamento dei dei lavori di “manutenzione straordinaria dei trasporti verticali del quartiere di Castello, ascensori ad uso pubblico”. Importo a base gara, quasi 603 mila euro. Un avviso, questo, che riguarda i nuovi ascensori, quelli che ancora non sono stati installati. La seconda procedura, da 130 mila euro, per la quale si è proceduto sul Cat Sardegna (la piattaforma telematica obbligatoria per importi inferiori ai 150 mila euro) - così assicurano dal Servizio mobilità, infrastrutture - è quasi ultimata. Si devono aprire le buste. Poi si interverrà sull'impianto di Scalette Santa Chiara.
L'ATTESA Intanto l'altra mattina dall'Ufficio speciale trasporti del ministero, che si sta prendendo - pare - un bel po' di tempo per completare la relazione finale, è arrivato il sì ufficioso alla riattivazione dei tre impianti di viale Regina Elena. Tutto a posto, insomma, dopo i lavori straordinari, ma senza il nulla osta ministeriale gli elevatori non possono riprendere a salire.
IN COMUNE L'assessore alla Mobilità, Mauro Coni, si dichiara furente. Non gradisce di passare - sono parole sue - come un dispensatore di illusioni. «Rivolgetevi all'Ustif, io lo faccio ogni giorno». Prigionieri degli ascensori malati cronici i cagliaritani, prigioniero, a quanto pare della burocrazia ministeriale, il Comune di Cagliari che mentre fa la voce grossa con Roma e più precisamente con il braccio tecnico del ministero, deve poi rispondere a Cagliari sui ritardi e le promesse mancate.
IL PASSO Insomma, mentre dal Municipio partono gli avvisi per la manutenzione straordinaria dei futuri, moderni, nuovi e “perfetti” ascensori elettrici, proprio quelli che dovranno prendere il posto degli attuali impianti, capricciosi, obsoleti e funzionanti con quell'olio compresso capace di surriscaldarsi e bloccare tutto a intervalli regolari, dall'altro capo del Tirreno l'autorizzazione a far riprendere i viaggi di almeno tre dei quattro ascensori di Castello sembra essere un passo difficile da compiere.
IL SOGNO La speranza, alla fine, è solo una: che i maledetti elevatori oliodinamici vadano a riposo. Dopo aver impoverito le casse del Comune costretto a spendere, ogni anno, per gestire gli acciacchi dei quattro ascensori, duecentomila euro. Che sono diventati spesso 220 in caso di sostituzione di pezzi. Uno sperpero di quattrini pubblici che non è certo servito a risolvere i problemi. Fino a che l'amministrazione guidata da Massimo Zedda e l'assessorato capeggiato da Mauro Coni non hanno deciso che i tempi della terapia permanente e intensiva dovevano cessare per passare al trapianto completo d'organi. Un'operazione da un milione e 200 mila euro che - si spera - cambi la vita dei castellani.
Andrea Piras