Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Presidente, salvi il paesaggio di Tuvixeddu»

Fonte: La Nuova Sardegna
30 marzo 2009

LUNEDÌ, 30 MARZO 2009

Pagina 18 - Nazionale

Legambiente, Wwf, Italia Nostra e Social forum scrivono a Cappellacci in difesa del colle 



«Se si costruisce in via Is Maglias e si fa la strada, la necropoli ne risentirà negativamente»



«Oggi le procedure amministrative prevalgono sulle questioni di merito Salviamo l’integrità di quell’area»

CAGLIARI. Gli ambientalisti non si rassegnano all’idea di dire addio a un parco su tutto il colle di Tuvixeddu e al precedente blocco della lottizzazione sul lato di via Is Maglias. Dopo la sconfitta di Renato Soru (sponsor del grande parco), che ha ceduto il passo al governo di centrodestra di Ugo Cappellacci, loro scrivono al nuovo padrone di casa della Regione.
Vincenzo Tiana (responsabile di Legambiente), Fannj Cao (che guida Italia Nostra), Luca Pinna (presidente del Wwf) e Marino Cau (per il Social Forum e una parte degli universitari cittadini) sottolineano come «al di là di discussioni contingenti e di schieramenti, anche lei sarà d’accordo nel considerare l’intero colle come un paesaggio unitario».
Dopo aver fatto gli auguri di buon lavoro al nuovo governatore della Sardegna e aver ripercorso brevemente la storia di Cagliari, i responsabili dei gruppi ambientalisti ricordano come Cagliari abbia «conservato, pur alterandolo profondamente, un nucleo storico bello, mosso e originale» in cui «il sito naturale, il golfo perfetto e i colli, conservano una grande bellezza. E tutti i viaggiatori hanno descritto per alcuni secoli questi aspetti». Ma il capoluogo dell’isola è anche sedimentazione storica fatta di testimonianze archeologiche: «C’è un’osservazione di Antoine Valery che arriva in città nel 1834 - continuano - sulla quale vale la pena di riflettere. Egli osserva, proprio davanti alla bellezza cupa di Tuvixeddu e ai tramonti africani che vede dal colle, come la città sia però torpida e poco interessata al sito. E tratteggia un ritratto psicologico di noi cagliaritani che ancora ha un suo valore perché le società non cambiano velocemente e conservano i loro caratteri... Gli altri, non noi, conoscevano l’importanza della necropoli. E lentamente il colle è stato saccheggiato sino a fornire cemento e pietra per la ricostruzione della città. Ma ha resistito e ancora basta mettervi piede per comprenderne l’incanto».
All’interno del colle di Tuvixeddu si trova la più grande necropoli punico romana del Mediterraneo che dalla fine della cava divenne oggetto di attenzione da parte di vari costruttori. Poi nel nel 2000 si arrivò alla firma di un accordo di programma per la realizzazione di una lottizzazione integrata. Il progetto ebbe l’assendo della Regione, del Comune di Cagliari e della Coimpresa con l’obiettivo di realizzare un parco archeologico naturalistico nell’area archeologica e, in un’altra parte del colle, duecentottanta appartamenti (in via Is Maglia) e altri a lato del colle di Tuvumannu per un totale di quattrocento, più istituti universitari e uffici pubblci. Successivamente, nel 2004, il governo centrale approvò il Codice Urbani che ha ampliato il concetto di bene ambientale e normato quello di bene paesaggistico da interndersi come ricchezza non commercializzabile: da tutelarsi come parte del vissuto storico. Sulla base di queste considerazioni la Regione, guidata da Soru, ha fatto una serie di atti (blocco dei lavori, nomina della commissione regionale al Paesaggio, allargamento del parco a tutto il colle). Ma il tutto è stato fatto, a giudizio del Tar e del Consiglio di Stato, in maniera molto irregolare (sia nella forma che nella sostanza): quindi tutti quegli atti sono stati annullati.
A questo punto, continuano gli ambientalisti, «accade ora che un complesso di beni culturali così particolare dipenda, nella propria salvaguardia, dalle sentenze dei tribunali amministrativi più che dal parere di studiosi qualificati e da disposizioni di tutela. Le procedure amministrative prevalgono sul merito e questo vale anche per l’ultimo atto dell’impresa ricorrente che chiede il nulla osta, oltre che per le palazzine dal lato di via Is Maglias, anche per far sorgere parcheggi a valle e una strada a due corsie (l’accordo di programma del 2000 prevedeva anche interventi sulla viabilità - ndr) che diventerebbe di fatto una strada di scorrimento».
Per gli ambientaliti, però, «tanto cemento e asfalto a ridosso della piccola area a cui verrebbe ridotta la necropoli non sarebbe un vanto per la città. La stampa nazionale e internazionale ha più volte sottolineato il rischio di un colpo mortale al sito e alla nostra immagine». Per questi motivi e consapevoli «che probabilmente sulla metaforica questione Tuvixeddu sono a confronto due opposte visioni del mondo e della modernità. Un accordo è difficile anche solo a parole. Tuttavia le chiediamo di aiutare la discussione alla ricerca di una soluzione che tuteli i diritti dell’impresa, ma anche quelli di chi è per la conservazione dell’intero colle».