Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Un poeta per un altro: Sandro Penna raccontato da Elio Pecora

Fonte: L'Unione Sarda
30 marzo 2009

Domani al Massimo di Cagliari



Nel maggio di sei anni fa, Elio Pecora venne a Cagliari, Biblioteca comunale di via Newton, per chiedersi se poesia facesse rima con malinconia. Ne parlò davanti a un pubblico attento, ne riparlò, l'indomani mattina, davanti agli studenti e ai docenti del Siotto. Domani, uno dei maggiori poeti italiani del nostro tempo - Premio Dessì 2002 per la raccolta in versi Per altre misure - ritorna in città, ancora una volta invitato dall'Endas, d'intesa con il Dipartimento di Filologie e Letterature moderne, e dal Teatro Stabile della Sardegna, che per ospitarlo aprirà in anteprima, in attesa dell'inaugurazione ufficiale, il ridotto del Teatro Massimo.
Fili e poesia è il titolo della manifestazione, che si ripropone per il secondo anno con nuovi incontri, conversazioni, versi e fili, parole e trame. Intrecci di maglia (per chi vorrà) e di poesia. Quella di Elio Pecora, stavolta, sarà messa al servizio di un altro grande del nostro Novecento scomparso nel '77: “Sandro Penna -Viaggiatore insonne” il tema della serata che con Pecora vedrà protagonista anche Donatella Lissia, docente liceale, appassionata studiosa di poesia. L'appuntamento col teatro di via De Magistris è per le 17.30. L'ingresso è libero. La lettura delle poesie di Penna sarà affidata a una delle colonne del Teatro di Sardegna, l'attrice Cristina Maccioni e a Rosabianca Cadeddu Rombi, punto di riferimento culturale dell'Endas, che promuove quest'ultima iniziativa e per anni - con i suoi Territori della poesia - ha portato a Cagliari e in Sardegna nomi illustri come Giudici, Loi, Bellezza, Cucchi, Rosselli, Luzi, Frabotta, Erba, De Angelis, Masala, Lobina, Dettori. Alla Rombi anche il compito di aprire la serata presentando ospiti e tema.
Penna, che oggi avrebbe quasi 103 anni, è stato un poeta appartato nel panorama della poesia italiana contemporanea, e indifferente nei confronti delle mode culturali, estraneo all'Ermetismo e alle poetiche del Novecento, enigmatico pur nella sua limpidezza. Tanto che Bigonciari paragonò la sua poesia a un fiore dal gambo invisibile. Poeta esclusivo d'amore, come si autodefinì, ha cantato con ossessiva levità l'amore per i ragazzi. E per i paesaggi. La sua poesia - ha scritto Pasolini - è costituita da «un delicatissimo materiale fatto di luoghi cittadini, con asfalto ed erba, intonaci di case povere, interni con modesti mobili, corpi di ragazzi coi loro casti vestiti, occhi ardenti di purezza innocente...». A Pecora, suo biografo ufficiale, il compito di svelare qualcosa di più: domani al pubblico del Massimo, martedì mattina agli studenti del Siotto.
Fuggono i giorni lieti/lieti di bella età/Non fuggono i divieti/alla felicità. (Penna, 1937).

29/03/2009