TUVIXEDDU. Sparisce tra le polemiche un simbolo dell'archeologia industriale
Del forno a torre per la calce dell'ex Calcidrata, nel cantiere Coimpresa sul versante orientale di Tuvixeddu, fra poche settimane resteranno solo le foto ricordo. Sono iniziati in questi giorni, come anticipa il Notiziario Chartabianca, i lavori della demolizione di uno dei simboli di archeologia industriale del capoluogo, che svetta a metà di via Is Maglias con un panorama che, verso ovest, arriva fino alla laguna di Santa Gilla. Coimpresa, attraverso quattro ditte incaricate, ha iniziato i lavori di smantellamento della struttura dopo il via libera del Comune. Da notare che alla Conferenza di servizi del 28 ottobre non si sono presentati, per dare il loro parere sull'autorizzazione paesaggistica, né la Soprintendenza Bapsae né il Servizio Pianificazione strategica-Utp comunale, pur regolarmente convocati.
Il motivo della demolizione, decisa dopo alcuni sopralluoghi e perizie, è duplice: come si legge nella determinazione del dirigente comunale, vi è una situazione di pericolo visto che lo scheletro metallico della torre, alta oltre venti metri, è arrugginito e i pezzi della lamiera corrosa dalle intemperie possono staccarsi ed essere trasportati dal vento fino ai palazzi vicini di via Is Maglias e via Codroipo; presenza di amianto in alcune sue parti. La struttura verrà imbragata, tagliata e depositata a terra. L'amianto sarà bonificato e smaltito. Sarà salvato solo il basamento in calcestruzzo. Il forno a torre della Calcidrata venne eretto nel 1959 e produsse calce nel trentennio compreso tra gli anni Sessanta e Ottanta del secolo scorso. Lì si bruciava il materiale proveniente dalle vicine cave di Tuvixeddu. Poi lo stop e il degrado.
«Questa vicenda aveva bisogno dell'apertura di un tavolo con lo Stato non solo per la soluzione del contenzioso ma per trattare in che modo valorizzare l'area cagliaritana che può diventare la città dei parchi nel Mediterraneo», afferma il senatore di Sel Luciano Uras.