IL PROCESSO. Il 16 dicembre in Tribunale la “requisitoria” di Marchetti
L'episodio che anticipa la decisione di togliere l'inchiesta bis sul Lirico al pm Giangiacomo Pilia avviene il 16 dicembre, data dell'udienza nel processo che vede il sindaco Massimo Zedda sotto accusa (abuso d'ufficio) per la nomina di Marcella Crivellenti a sovrintendente del Teatro.
Quel giorno gli avvocati Giuseppe Macciotta e Fabio Pili chiamano come testimone a difesa del primo cittadino Mario Marchetti, ex procuratore aggiunto e componente del cda prima e del cdi poi della Fondazione (su nomina di Zedda). L'ex pm esplode quando Pilia, prima dell'interrogatorio, sostiene davanti ai giudici della prima sezione che il teste, in quanto indagato di reato connesso, non può essere sentito senza assistenza: il riferimento è alla seconda inchiesta che vede anche Zedda indagato (per 17 ipotesi di abuso d'ufficio legate ad altrettanti comportamenti che il primo cittadino avrebbe compiuto nel 2013 per evitare la nomina di Meli a successore di Crivellenti). Pilia aggiunge anche che, secondo Meli, erano «state poste in essere condotte di abuso d'ufficio». Marchetti, sotto accusa solo per diffamazione, reagisce: «Quanto detto mi conforta nel ritenere che il pm abbia indagato illegittimamente nei miei confronti». Questo perché il reato di abuso d'ufficio non è gli è mai stato contestato. Poi, sempre rivolto a Pilia, insiste: «Questa volta ha proprio sbagliato indirizzo». Pochi giorni dopo il magistrato in pensione deposita in Procura una memoria di 130 pagine. Il 31 dicembre Mura toglie l'indagine a Pilia. (an. m.)