Emergenza loculi nei cimiteri dell'Isola, l'allarme dei sindaci - Poche risorse, ampliamenti lenti, le cremazioni aumentano ma ci sono solo due forni
In alcuni paesi hanno dovuto vietare ai vivi di comprarsi in anticipo lo spazio per l'eterno riposo. Certo, non è cristiano dire no all'anziana moglie che prenota un loculo accanto a quello del compagno appena scomparso nell'attesa di raggiungerlo e stargli vicino per sempre anche in paradiso o all'inferno. Ma tant'è, c'è penuria di posti salma, i camposanti sono sovraffollati e neppure chi ha la fortuna di avere il suo piccolo monumento familiare è sereno: anche lì dentro le collocazioni sono contingentate, le norme non consentono infatti di sistemare i defunti uno sopra l'altro.
Nei cantieri perenni tra tombe e giardini non si riesce a costruire a un ritmo pari alle richieste, le risorse sono scarse, burocrazia e regole spesso assurde rallentano i lavori e capita che ci siano progetti di ampliamento di cimiteri non realizzati da decenni, le cremazioni aumentano (secondo l'Istat del 20,9% nel 2014) ma i forni in Sardegna sono soltanto due, spesso fuori uso, come ora a Sassari. La Giunta di recente ha distribuito 4 milioni di euro di finanziamenti ad hoc, ma il contributo è andato ad appena 50 Comuni, mentre le domande sono arrivate da 221 città e paesi dell'Isola, che chiedevano risorse per poco meno di 42 milioni e mezzo di euro.
«Siamo in continua emergenza, c'è stato un momentaccio l'anno scorso, quando non sapevamo proprio dove mettere i nostri morti, attualmente abbiamo un mese circa di riserva e un bando pronto per la realizzazione di 300 loculi nelle aree verdi», dice Roberto Cannarella, assessore all'igiene urbana di Quartu. Ma per il futuro, «puntiamo su un project financing, il progetto per l'ampliamento del cimitero con altri 4000 posti, che ci darà l'autosufficienza per 10/15 anni, è in attesa di autorizzazione da parte della Regione, perché la zona è sottoposta a vincolo paesaggistico».
Racconta Laura Pulga, sindaco di Quartucciu, che il tema «è uno dei più dibattuti in Consiglio comunale, gli anziani si preoccupano, il cimitero è un luogo di enorme importanza per la comunità e c'è chi ogni tanto lancia l'allarme - “a Quartucciu è vietato morire!” - ricordando quando, negli anni Ottanta, i quartuccesi venivano tumulati a Cagliari, a San Michele. Posso dire che non succederà più una cosa del genere», continua Pulga, «nonostante il progetto per ingrandire il cimitero sia fermo, perché la Asl ha bloccato le autorizzazioni, ho tutte le intenzioni di risolvere la questione al più presto». La prima cittadina si è anche preoccupata di pensare all'eventualità di tirare su un forno crematorio, ma «per avere un ritorno economico serve un bacino di centomila abitanti». Così, l'idea - ancora tutta da costruire - potrebbe essere un consorzio di enti locali vicini oppure una funzione, funebre appunto, dell'area metropolitana.
«Stiamo valutando l'ipotesi di incrementare l'attività del forno crematorio, perché abbiamo molte richieste dall'hinterland», conferma Paola Loi, assessore all'Igiene del suolo a Cagliari. «Attualmente riusciamo a fare solo cinque cremazioni ogni due giorni. Per il resto, dobbiamo tenere la situazione sotto controllo nei tre cimiteri, abbiamo anche rivisto il ciclo di sepoltura, dimezzandolo». «Quando una persona ha un lutto in famiglia, capita che voglia comprare uno, due loculi vicini, e come faccio a dire di no?», spiega Mauro Tiddia, sindaco di Serrenti, «questo determina un rapido esaurimento degli spazi. Nell'anno appena finito a un certo punto gli uffici mi hanno segnalato una carenza di posti salma e siamo dovuti subito correre ai ripari, facendo fare lavori urgenti in economia».
Sottolinea Mario Puddu, sindaco di Assemini: «È un problema che ho avuto dal primo giorno, ora lo abbiamo parzialmente risolto, loculi disponibili ce ne sono, anche doppi, per le coppie che lo desiderano, ma dobbiamo sempre stare all'erta. Il cimitero è un cantiere continuo, stiamo ultimando 600 nuovi posti, lavori necessari, ma mi dispiace che non ci sia mai un po' di pace e silenzio. Ho chiesto ai nostri artisti ceramisti di abbellirlo con le loro opere». Anche il sindaco di Arzachena, Alberto Ragnedda, conosce bene il dramma: «Un fatto cronico, la mancanza di loculi. Ora, in parte con il contributo della Regione e in parte con fondi del nostro bilancio, stiamo facendo un ampliamento dei camposanti della frazione di Santa Teresina e di Arzachena, ma i nuovi posti serviranno soltanto a riportare un minimo d'ordine. Oggi si fa fronte all'emergenza grazie alla solidarietà dei cittadini: chi ha il loculo prenotato e, al momento, vuoto, lo presta alla famiglia che si trova improvvisamente ad averne bisogno».
Cristina Cossu