- Il commissario cittadino azzurro davanti al dilemma della scelta del candidato-sindaco
Il commissario cittadino di Forza Italia ha il dono della sintesi. «Al momento», dice Stefano Tunis, «stiamo pensando di convergere su uno dei nomi già in campo».
Chi?
«Quelli che tutti conoscono, riconducibili al centrodestra: Vargiu, Massidda...».
Nel cantiere allargato di Forza Italia e del centrodestra si discute. Su quesito centrale, solo in apparenza retorico: trattare con chi e per cosa? Con un candidato - è la risposta che i partecipanti si sono data anche l'altro ieri - disposto ad assumersi il peso di un partito che lo stesso ex cavaliere Silvio Berlusconi ha giudicato in caduta libera. Difficoltà fotografata da un sondaggio nazionale - e rimarcata con inevitabile senso pratico dallo stesso ex premier - che vede gli azzurri al di sotto della soglia di galleggiamento (10 per cento) in quasi tutte le grandi città attese fra sei mesi al voto delle amministrative. Questi rilievi (tradotti da Berlusconi in un invito: al voto comunale con liste civiche) spiegano la fatica del partito nel trovare il candidato giusto al quale offrire la candidatura per contrastare non soltanto Massimo Zedda (leader del centrosinistra) ma anche il deputato e presidente della commissione Sanità Pierpaolo Vargiu (#CA_mbia Cagliari), l'ex senatore azzurro Piergiorgio Massidda (Cagliari 2016), il giornalista Paolo Matta (La Quinta A), il vicepresidente del Consiglio comunale Paolo Casu (Insieme Onestamente) e il componente del gruppo Misto a palazzo Bacaredda Enrico Lobina (Cagliari città Capitale). Oltre al coordinatore regionale Ugo Cappellacci, a tentare una sintesi - e a mediare con dirigenti e possibili alleati - è proprio Stefano Tunis. Quarantatré anni, consigliere regionale dal marzo 2014, fino al 30 dicembre 2013 direttore generale dell'Agenzia regionale per il lavoro Tunis tratta e media, secondo mandato.
«Il fatto è», spiega con diplomatica cautela, «che per noi, oggi, proporre un altro candidato del centrodestra equivarrebbe a creare le condizioni perché il Movimento 5 Stelle, una volta giunto al ballottaggio, possa anche vincere le elezioni comunali».
Quindi?
«Meglio ragionare sui nomi attualmente in campo: Vargiu e Massidda, per esempio».
Il rischio è davvero spianare la strada ai grillini?
«Se si articola la proposta politica del centrodestra su tre o quattro nomi diversi la conseguenza non può che essere una frantumazione che confonderebbe l'elettorato e faciliterebbe il compito del M5S».
I grillini non hanno ancora un candidato.
«Poco importa. All'elettore basta la presenza del simbolo. Se la loro consistenza dovesse superare al primo turno il 15 per cento, al ballottaggio sarebbe un bel rischio per tutti».
Su cosa discute in concreto Forza Italia?
«Confermo: stiamo ragionando di convergere su uno dei nomi già in campo».
E quelli sui quali si è finora discusso, pur senza proporli ufficialmente?
«Io stesso, nei giorni scorsi, ho rinnovato l'invito ad Alessandra Zedda di accettare la candidatura».
Risposta?
«Ha declinato».
Avete alternative?
«Mentre Zedda si impegna a trovare proposte spendibili per superare lo stallo, io ritengo che a questo punto sia meglio ragionare con realismo».
Simbolo addio e patto di ferro con Massidda?
«In politica ci si vede e si discute. Analizzare il pericolo potenziale degli avversari è doveroso. Ma anche pensare a una possibile confluenza su un nome forte già in campo».
Con una lista civica?
«Di questo non abbiamo ancora ragionato, ma è innegabile che quando si vogliono trovare, le soluzioni si trovano».
Potrebbe esserci un ripensamento di Giuseppe Farris?
«Farris e Zedda sono risorse importanti del partito».
In quali ruoli?
«Il nostro capogruppo al Comune potrebbe ritagliarsi il ruolo di padre nobile di Forza Italia, mentre Zedda sarebbe ancora una candidata forte - ne sono certo - in grado di contrastare Massimo Zedda e gli altri avversari».
Pietro Picciau