Ordinanza comunale: via cancello, recinzione e due serbatoi - Ora vicino alla vecchia sede del Cagliari l'Ersu potrà costruire il campus
Gli abusi edilizi sono certificati da un anno e mezzo, il Comune aggiusta il tiro e ordina le demolizioni in quella che è stata la storica sede del Cagliari calcio di viale La Plaia. Dovranno sparire due grandi serbatoi d'acqua, una recinzione alta due metri intorno a un'area di circa 800 metri quadri e tre cancelli. Inezie, all'apparenza. Ma c'è di più: alcune opere contestate sono state realizzate su terreni dell'Ersu, che lì deve costruire il campus universitario. Un progetto da 100 milioni di euro che non ha nemmeno iniziato a trasformarsi in cantiere (anche) a causa di quelle strutture piazzate a bloccare il passaggio.
Certo, ci sono state lungaggini burocratiche, ma pare che due serbatoi e una rete realizzati da un vicino scomodo siano ostacoli insormontabili. L'ente per il diritto allo studio nel 2012 aveva segnalato le irregolarità a Guardia di Finanza - che aveva inviato un rapporto in Procura - e Polizia municipale. Il consiglio d'amministrazione aveva anche intentato una causa contro le società che riteneva ostacolassero lo studentato da centinaia di posti letto. I loro nomi compaiono nell'ordinanza di demolizione appena firmata dal Comune. Ci sono anche quelle che gravitano nell'orbita del vecchio patron rossoblù Massimo Cellino. Destinatarie dell'intimazione sono la Eleonora Immobiliare Spa, la Sgs Sport General Service, ma anche la Leasint Spa e la Microcredito italiano Spa. Ora, salvo ulteriori battaglie giudiziarie, la strada per il campus - il suo primo blocco, almeno - sembra spianata.
L'accertamento degli abusi risale al settembre del 2014, quando gli agenti della Municipale avevano notificato ai presunti responsabili il verbale con le violazioni. A gennaio 2015 era arrivata la prima ordinanza di demolizione. Ma la Eleonora Immobiliare aveva presentato ricorso al Tar. Da allora sembra che niente si sia mosso intorno al palazzotto sul quale ha a lungo sventolato il bandierone rossoblù. E in Municipio hanno deciso di correggere il tiro, con una determinazione del 23 dicembre firmata dal dirigente Riccardo Castrignano: nell'ordinanza precedente ci sarebbero stati dei passaggi troppo generici, meglio essere precisi per evitare contestazioni. Così il vecchio provvedimento è stato annullato in autotutela e sostituito con il nuovo, che definisce in modo più stringente la natura degli abusi contestati: nuove costruzioni o risanamenti conservativi realizzati senza autorizzazione edilizia o senza la Dia. Inoltre «la proprietà del suolo con le opere abusive appartiene all'ente pubblico Ersu che il 23 luglio 2014 ha sottoscritto un accordo di programma per il Campus». Una struttura necessaria in un città con 12 mila universitari e case dello studente chiuse o a pezzi. «Se l'ordinanza di demolizione verrà fatta rispettare in breve tempo», dice Francesco Pitirra, rappresentante degli studenti nel cda dell'Ersu, non ci saranno più ostacoli, il cantiere dovrà partire subito. I fondi non devono essere persi».
Enrico Fresu