I dubbi delle forze dell'ordine: problemi di sicurezza e organico - Chiusa la struttura di Elmas i rifugiati sono stati sistemati provvisoriamente in via Angioy
Il questore Danilo Gagliardi lo ha detto in modo chiaro: «I migranti non portano criminalità. Nel 2015 c'è stato il record di arrivi nel capoluogo e il dato dei reati è in diminuzione rispetto all'anno precedente». Ma la questione stranieri fa discutere soprattutto dopo la decisione della Prefettura di chiudere il Cpsa-Cara di Elmas (attesa da tempo e accolta positivamente) e trasferire i migranti in una parte dell'hotel 4 Mori in via Angioy, in pieno centro città.
I sindacati di Polizia criticano la scelta «per le possibile conseguenze negative» e perché sarà necessaria una «maggiore sorveglianza» per tutte le ventiquattr'ore. Il candidato a sindaco Piergiorgio Massidda attacca la decisione, «incomprensibile e illogica», mentre il rivale Pierpaolo Vargiu è cauto, «davanti a un'emergenza umanitaria ogni soluzione momentanea va bene». Il sindaco Massimo Zedda preferisce non dire nulla.
VIGILANZA COSTANTE Il centro di prima accoglienza di Elmas, all'interno dell'aeroporto nella zona militare, ha chiuso definitivamente i battenti il 22 dicembre. I migranti sono stati così trasferiti in un'ala dell'hotel 4 Mori (una parte dell'albergo, separata, è sempre aperto ai turisti). La struttura è sorvegliata dalle forze dell'ordine (polizia, carabinieri e finanza) tutto il giorno: «Non c'è un presidio fisso», ha spiegato il questore, «ma le pattuglie hanno il compito di vigilare in modo costante». Di fatto ci sono passaggi ripetuti in tutte le ventiquattr'ore. La decisione di spostare i migranti nell'hotel al centro di Cagliari è stata presa dalla Prefettura che non ha individuato un'altra struttura. Si era parlato della scuola di formazione per agenti di polizia penitenziaria a Monastir ma l'idea è rimasta sulla carta. La parte dell'albergo riservata agli stranieri è gestita dalla Caritas: vengono registrati ingressi e uscite. Qui trovano ora ospitalità i richiedenti asilo, i rifugiati e gli stranieri da identificare e in attesa di conoscere il loro destino. «Chi non è in regola viene respinto subito», ha spiegato il questore Danilo Gagliardi. «Oramai tutti i migranti si stanno sottoponendo all'identificazione senza problemi e questo facilita i nostri compiti».
CANDIDATI A SINDACO La soluzione trovata dalla Prefettura non piace per niente a Massidda: «Non si aiutano così queste persone. Si creano invece situazioni pericolose per la sicurezza dei cittadini. Grande rispetto per chi soffre e sceglie di lasciare la propria terra per cercare un futuro migliore. Ma penso alla nostra città: mi domando chi controllerà e garantirà la sicurezza in un'area, come quella della stazione ferroviaria e del porto, già fortemente a rischio?» Vargiu parla invece di «decisione dettata dall'emergenza umanitaria». Ovviamente la speranza è che si tratti di un periodo breve: «Gli alberghi del centro devono essere il volano dello sviluppo economico della città ed è allarmante che abbiano un'altra destinazione».
SINDACATI DI POLIZIA I sindacati di Polizia sono durissimi. Luca Agati (Sap) attacca: «Qualcuno ha spiegato a chi prende queste decisioni che a Elmas spesso si è dovuti intervenire con la forza per contenere rivolte e atti di autolesionismo? Dovremmo, come in passato, togliere auto dal controllo del territorio per tamponare eventuali problemi di ordine pubblico»? Massimo Zucconi Martelli (Siap) è sulla stessa linea: «Il fatto che i richiedenti asilo siano ospitati in strutture ricettive non fa venir meno la necessità di una vigilanza. Questo servizio ricadrà sui ridotti organici attuali. Servono rinforzi, poiché si rischia di vanificare lo sforzo del questore di aumentare il controllo del territorio in città, distogliendo quel personale per la vigilanza di un hotel trasformato in centro di prima accoglienza». Critiche anche dal Siulp: «Come volevasi dimostrare», spiegano Salvatore Deidda e Antonello Pirisi, «l'inefficienza delle istituzioni e della politica si ripercuote sulle forze dell'ordine. Vogliamo ricordare che dei 5.000 immigrati arrivati nel 2015 a Cagliari quasi il 40 per cento non è stato identificato. L'incapacità di reperire una struttura idonea, con l'arrivo di altri migranti, potrà mettere in crisi il sistema e ancora una volta la Polizia si dovrà sostituire alla politica».
Matteo Vercelli