Da Palazzo Chigi arriva l’appoggio del premier per il sindaco uscente: «Lo sosteniamo anche se non è del Pd, noi scegliamo i candidati migliori»
di Alessandro Pirina
CAGLIARI. Dopo il via libera della direzione cittadina ora arriva l’endorsement di Matteo Renzi. Ieri il premier ha benedetto la ricandidatura di Massimo Zedda alla guida di Palazzo Bacaredda. Un sostegno ufficiale che trasforma la sfida di Cagliari in un laboratorio di rinascita per il centrosinistra. Uno dei pochi laboratori, visto che nelle altre grandi città il Pd e la sinistra non hanno riconfermato l’allenza. Anzi, tra renziani e vendoliani il livello dello scontro si alza ogni giorno che passa. Ed è proprio a tal proposito che ieri il presidente del Consiglio, a margine della conferenza stampa di fine anno a Palazzo Chigi, ha citato il caso Cagliari, dove «appoggeremo un candidato molto bravo che si chiama Massimo Zedda anche se non è del Pd». Una dichiarazione d’amore per il sindaco uscente targato Sel, ma anche una constatazione di un amore finito, quello con il partito di Nichi Vendola e la neonata Sinistra Italiana.
«Il Pd farà le primarie a Milano, a Roma saranno anticipate a marzo, a Torino e Bologna sono riconfermati i sindaci uscenti – ha affermato Renzi –. Prendiamo atto che una parte delle persone che sono state con noi non ci vogliono più stare: è una valutazione che compete loro. Il Pd non si preoccupa delle caselline o delle casacchine. Sceglie i candidati migliori. A Milano abbiamo sostenuto Pisapia e a Cagliari appoggeremo Zedda. Nelle altre città benvenuti gli alleati se vorranno partecipare alle primarie, altrimenti le faremo noi».
Dunque, da Cagliari il centrosinistra riparte unito. Che è quello a cui Zedda lavorava da mesi, fino ad arrivare a fare un appello - firmato anche dai sindaci di Milano e Genova, Giuliano Pisapia e Marco Doria - affinchè alle amministrative il Pd e Sel si ripresentassero uniti in tutte le principali città italiane in cui governano insieme. Un appello che, però, è rimasto lettera morta, anche perché è stato rispedito al mittente dallo stesso Vendola, che ha definito «il centrosinistra ormai finito». E, infatti, a Roma, Bologna, Torino il Pd e Sel si presenteranno da avversari, mentre a Milano è stato raggiunto in extremis un accordo sulle primarie, fortemente caldeggiate da Pisapia. Cagliari, dunque, fa eccezione. Ma la situazione sarda di Sel è diversa rispetto a quella nazionale: nell’isola buona parte del partito, dal senatore Luciano Uras al capogruppo regionale Luca
Pizzuto, fino allo stesso Zedda, non ha aderito alla nuova Sinistra Italiana nata dall’unione tra Vendola e i fuoriusciti dal Pd (in Sardegna rappresentata dal deputato Michele Piras), privilegiando l’allenza con il Pd. Una scelta che Renzi ieri ha elogiato pubblicamente da Palazzo Chigi.