Lettera aperta del candidato sindaco Piergiorgio Massidda a Casteddu Online: "Valorizziamo i tanti giovani che hanno deciso di rimanere qui, spesso laureati e con master, delle risorse culturali fantastiche che amano alla follia la nostra città. Di questi tempi anche il rimanere a Cagliari rappresenta una forma di attrazione. E di sacrificio, perché per molti di loro la scelta di vivere qui significa rinunciare a carriere, a volte prestigiose, fuori dalla Sardegna o dall'Italia".
Autore: Redazione Casteddu Online il 29/12/2015 21:26
Gentile Direttore,
ho letto con vivo interesse l'editoriale di Gianfranco Bitti "Malgrado la grande bellezza Cagliari è incapace di produrre talenti", ospitato nella rubrica "Il diavolo sulla sella". Mi hanno profondamente colpito sia l'analisi, lucida e articolata, che lo stile, sobrio e asciutto, senza nessuna indulgenza a facili, quanto sterili, toni urlati. Toni e prese di posizione che spesso caratterizzano le competizioni elettorali, a discapito di ragionamenti di largo respiro e di progetti politici degni di tale nome.
Non nego che le responsabilità riguardino tutti coloro citati nell'articolo e, come espressione di un pezzo di classe dirigente, mi assumo le mie, per quanto non abbia mai avuto nessun ruolo diretto nell'amministrazione della nostra Città.
Vorrei chiedere ospitalità al vostro quotidiano on line per esprimere alcune considerazioni, nella speranza che il mio punto di vista possa stimolare ulteriormente il dibattito.
Sono conscio di non essere un osservatore qualunque, ma uno dei candidati alla carica di sindaco, ma non per questo voglio rinunciare a dire la mia come ho sempre fatto da politico e da cittadino.
Nel 2011 lasciai il Senato della Repubblica per incominciare un'avventura nuova e stimolante: quella di dirigere il porto di Cagliari. Certamente l'amore per la mia famiglia e per i miei figli piccoli hanno inciso sulla scelta di riavvicinamento alla mia terra, ma avvertivo innanzitutto il bisogno di un ritorno alla politica sul territorio.
Dal porto ho avuto soddisfazioni, critiche, delusioni. Fra le ultime, quella che più mi amareggia è quella legata all'esperienza del ritiro di Luna Rossa, una perdita in termini di immagine e di ritorno economico immensa per Cagliari.
Ma a volte anche le sconfitte sono foriere di grandi cambiamenti e di grandi sfide. Che cosa mi ha insegnato l'esperienza del porto? Che nella mia città esistono competenze, energie, potenzialità sopite. Spesso cagliaritani, altrettanto spesso sono persone che provengono da ogni angolo della Sardegna. Dei talenti e delle ricchezze che hanno scelto di vivere o di rimanere a Cagliari e sono mortificate e frustrate.
Oppure faticano a emergere perché non trovano adeguata valorizzazione in un contesto come quello che descrive Gianfranco Bitti. Ma le potenzialità ci sono, eccome se ci sono. E ci sono sia i talenti che le eccellenze, locali e non. Volete qualche esempio? Il navigatore Andrea Mura e i giovani imprenditori del settore informatico che stanno creando, di fatto, un polo di eccellenza proprio a Cagliari. E poi i tanti giovani che hanno deciso di rimanere qui, spesso laureati e con master, delle risorse culturali fantastiche che amano alla follia la nostra città. Di questi tempi anche il rimanere a Cagliari rappresenta una forma di attrazione. E di sacrificio, perché per molti di loro la scelta di vivere qui significa rinunciare a carriere, a volte prestigiose, fuori dalla Sardegna o dall'Italia.
L'esperienza del porto e le frequenti chiacchierate con i cittadini mi hanno fatto interagire con persone che appartengono a schieramenti politici diversi se non contrapposti. Eppure non è mai mancato il rispetto reciproco, un dialogo costruttivo e talvolta una proficua collaborazione, in cui la volontà di superare le divisioni ha avuto il sopravvento su rigidi schematismi e pregiudizi. Da molte di queste chiacchierate sono poi scaturiti ragionamenti su problemi e soluzioni inerenti al governo di Cagliari. Idee e proposte che ho deciso di non lasciare lettera morta.
Il mio percorso verso il Polo Civico parte da qui, non rinnego il mio passato ma vorrei ricreare quel laboratorio di idee e di progetti che ho guidato da Presidente dell'Autorità Portuale con in più il contributo di singoli cittadini, associazioni culturali, operatori economici.
Ho perciò deciso di essere coerente fino in fondo, rinunciando alla facile sponda dei partiti. In queste settimane ho chiesto a tante persone di estrazione politica diversa di privilegiare il bene comune rispetto alle divisioni, la concretezza rispetto alle contrapposizioni ideologiche. Insomma quello che avviene nei nostri piccoli paesi, quando si formano liste civiche in virtù di progetti e obiettivi concreti. Il tutto senza dimenticare una visione e una prospettiva che sia la più alta possibile. Ecco perché ho deciso di levarmi la casacca azzurra per indossare la maglia rossoblù, perché la situazione è talmente drammatica che solo unendo le forze progressiste e moderate intorno a dei valori comuni e a un progetto di spessore si potrà far fronte allo sforzo e alle sfide che ci attendono.
Rileggendo la storia di Cagliari due episodi mi hanno particolarmente colpito e commosso: la ricostruzione post bellica e la stagione politica a cavallo tra '800 e '900. Della prima ho trovato straordinaria la capacità dei cagliaritani di rifondare sulle proprie macerie una città distrutta. È la vita che sconfigge la morte, è l'ottimismo della volontà che trapassa il pessimismo più bieco. Della seconda ho trovato altrettanto straordinaria la dimensione di rinnovamento incarnata da Ottone Bacaredda nel campo amministrativo, da Amsicora Capra in quello imprenditoriale e da Gaetano Cima in quello urbanistico. Lungi da me la presunzione di paragonarmi a dei giganti come loro, ma sicuramente rappresentano dei modelli e delle personalità di riferimento a cui ispirerò la mia azione politica e programmatica. Sono conscio delle aspettative che sto suscitando, ma non mi tirerò indietro. Chiedo soltanto di non essere lasciato solo, ma di essere aiutato proprio dai cittadini di buona volontà e dalle risorse di questa Cagliari, senza colori che non siano quelli rossoblù. Nessuno si senta escluso, parafrasando una celebre canzone.
Fra un mese uscirà il programma della mia Coalizione Civica, confrontiamoci tutti su problemi e soluzioni. Le forze vive e attive di questa città esistono, i talenti ci sono e nessuno può permettersi il lusso di sprecarli e vanificarli.
Piergiorgio Massidda