Il Comune s'impegna a cercare una soluzione provvisoria - La disperazione di due donne dopo lo sfratto da una stanza a canone agevolato
Si sono presentate con le valigie davanti al Municipio di via Roma: «Da qui non andiamo via, vogliamo un incontro con il sindaco. Siamo disabili, senza una casa e ci sentiamo abbandonate. Qualcuno si deve occupare di noi prima che sia troppo tardi».
Federica e Amedea, quarantenni con un'impressionante lista di patologie, hanno ottenuto un piccolo risultato: assente Massimo Zedda, sono state ascoltate dal segretario del primo cittadino. Il 10 gennaio incontreranno l'assessore alle Politiche sociali. «Lavoreremo per trovare una soluzione temporanea in tempi brevi, magari con un sostegno per l'affitto di una casa», ha detto il segretario del sindaco. Alle promesse questa volta devono seguire i fatti.
LA DISPERAZIONE Federica e Amedea sono disperate. Vivono in una stanza in affitto a prezzo agevolato, ma sono state sfrattate. «Siamo disabili al cento per cento», hanno raccontato, «da anni in graduatoria per una casa comunale, eppure costrette a vivere in affitto in un'abitazione con muffa, infiltrazioni, senza riscaldamento e acqua, a rischio di crolli. Chiediamo solo un po' di rispetto». Federica è ai primi posti nella graduatoria per avere un'abitazione comunale. Amedea avrebbe una sistemazione attraverso Area: un intoppo burocratico per mancanza di dialogo con gli uffici del Comune avrebbe bloccato l'assegnazione.
Matteo Vercelli