Colle conteso. Inammissibile l'azione di “Amici della Terra” che aveva impugnato il nulla osta a Coimpresa
I giudici non entrano nel merito. Finisce così la battaglia ambientalista iniziata dieci annifa
Elena Laudante elena.laudante@epolis.sm ¦
L'ultima barriera attorno alla necropoli di Tuvixeddu è caduta: il Tar ha messo la parola fine alla battaglia per bloccare il cemento di Coimpresa in via Is Maglias. Con l'ultima di una lunga serie di sentenze, i giudici amministrativi hanno evitato di entrare nel merito della questione, dichiarando inammissibile il ricorso proposto dall'associazione ambientalista “Amici della Terra”. Ben 10 anni fa l'organizzazione aveva impugnato il primo nulla osta paesistico alla base dell'intero progetto. Ma il verdetto è arrivato soltanto ora. «Difetto di legittimazione», è il motivo del rigetto: in sostanza, “Amici della Terra” non ha i titoli per impugnare quell'autorizzazione paesaggistica del '99 perché è un'associazione riconosciuta ma di carattere «regionale » è la motivazione della I sezione, presidente Rosa Panunzio, estensore Antonio Plaisant, a latere Marco Lensi. In poche righe il Tar ha chiuso così una vicenda che ha appassionato ambientalisti e amanti dell'archeologia, certi che la necropoli fenicio-punica più rilevante del Mediterraneo, già compromessa sul versante di Sant'Avendrace da una barriera di palazzi e da un'annosa incuria, andasse quantomeno preservata. Al loro fianco si era schierata la Regione ed in particolare Renato Soru, arrivato a proporre a Gualtiero e Giuseppe Cualbu uno scambio di palazzi proprio come nel gioco Monopoli. Scambio arrivato al culmine di un braccio di ferro portato avanti nonostante il diritto acquisito del costruttore a fine anni Novanta. L'idea di trasformare l'area attorno ai colli di Tuvixeddu e Tuvumannu in un centro residenziale si concretizza il 15 settembre 2000, quando Soprintendenza, Regione e Comune firmano l'accordo di programma. Per realizzare ville e palazzi di pregio, con vista unica sui loculi punici, Coimpresa cede una parte delle aree per fare posto al Parco Urbano di Tuvixeddu. Il cuore della necropoli assieme a Villa Mulas sono garantiti dal vincolo di inedificabilità totale, che degrada verso via Is Maglias fino a sparire: qui si concentra il massiccio intervento edilizio. Poi arriva la Giunta Soru che tenta di fermare le betoniere. Obiettivo fallito, se si scorre il lungo elenco di ricorsi e cause perse davanti al Tribunale amministrativo. Una su tutte, quella finita nel verdetto che l'8 febbraio ha censurato con parole forti l'operato di viale Trento, definendo il tentativo di sostituire il progetto Coimpresa con quello del paesaggista francese Gilles Clement uno «sviamento di potere». Locuzione per indicare le «contraddizioni » del procedimento e l'«uso deviato del potere», «strumentalizzando provvedimenti amministrativi illegittimi destinati a perseguire finalità - si legge nella sentenza - dagli stessi non consentite». «Le sentenze non si commentano, per noi la vicenda era già chiusa con l'accordo di programma. Ora ci rimettiamo al lavoro», è l'unica dichiarazione del presidente di Coimpresa, Giuseppe Cualbu. Che ancora non rivela l'entità dei danni pronto a chiedere alla Regione per i numerosi blocchi (vedi grafico). «Li stiamo calcolando».¦