Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'arcivescovo in Municipio

Fonte: L'Unione Sarda
24 dicembre 2015

COMUNE. Arrigo Miglio ieri ha celebrato messa nell'aula consiliare super affollata

«Sofferenza e disagio nelle manifestazioni in questo Palazzo»

La chiusura è a effetto: l'abbinamento di “Tu scendi dalle stelle” con l'inno nazionale probabilmente non si era mai sentito. Ma anche l'inizio lascia il segno. Per una volta la politica resta fuori dalla sala consiliare ma non le polemiche. «In questi mesi si è molto discusso del presepe. Mi pare un segnale concreto che ci invita a riflettere, senza entrare nelle discussioni. Forse è lecita una domanda: sarebbe giusto eliminarlo dal nostro orizzonte?». La provocazione parte dall'arcivescovo Arrigo Miglio, in occasione della consueta messa di Natale in Municipio. «Non spetta certo al vescovo né a nessun altro trovare risposte per voi. Ma farlo sparire dallo scenario sarebbe come immaginare il mondo senza la veduta di Cristo e senza il Vangelo».
LA CELEBRAZIONE L'appuntamento è alle 11 nell'Aula consiliare, come da tradizione. Bastano pochi minuti per allestire l'altare, essenziale. Un tavolino e il crocifisso sul tavolo della Giunta: non c'è bisogno d'altro. Il sindaco Massimo Zedda è in prima fila, insieme a qualche rappresentante politico. Alle spalle ci sono i dipendenti comunali. La voce solenne di Miglio scalda gli animi, prende spunto dall'attualità e lancia segnali forti. Difende le tradizioni, tenendosi alla larga dalle discussioni ed esorta i presenti alla riflessione. Messa partecipata e neanche un posto libero.
LE PAROLE L'alto prelato dallo sguardo rassicurante invita tutti alla riconciliazione «tra padri e figli, tra il passato e il futuro, tra generazioni, gruppi e persone», suggerisce. È questo il messaggio natalizio lanciato dal secondo piano di Palazzo Bacaredda. «Questi giorni di festa devono essere giorni di riflessione per tutti noi, volti all'accoglienza, al supporto e all'aiuto alle persone in difficoltà», osserva. «Raccogliamo le domande sul Vangelo e sul presepe», ribadisce. «Chiediamo al Signore che le feste possano diventare un'occasione utile per trovare qualche risposta ai nostri interrogativi. Per capire quanto è importante la parola di Dio nella nostra vita». Riflessione e speranza: sono le parole cardine della mattina. Diventano un mantra durante la funzione religiosa che anticipa di un solo giorno la vigilia.
IL BENE COMUNE La massima carica religiosa cittadina butta un occhio al passato, l'altro al futuro. «Ricordiamo l'anno che si conclude, le persone che ci hanno lasciato e coloro che più soffrono», suggerisce. «Il palazzo municipale quest'anno ha assistito a manifestazioni di diverso tipo, tutte portatrici di sofferenza e disagio. Noi arriviamo dove possiamo, per il resto dobbiamo affidarci al Signore». Infine un augurio rivolto ai politici, perché «all'interno delle cariche istituzionali si rinnovi il gusto di vivere il servizio per il bene comune». Chiude la benedizione, poi partono le note di Tu scendi dalla stelle, seguite dall'Inno di Mameli. Appuntamento all'anno prossimo.
Sara Marci