VOTO 2016.
«No, grazie: la rivoluzione la stiamo già facendo». Netti. Orgogliosi. Decisi. I candidati-sindaci alle amministrative del prossimo giugno respingono con fermezza l'invito di Pierpalo Vargiu (candidato sindaco di #CA_mbia ) a unire le forze per battere l'amministrazione di centrosinistra. Invito perentorio alle liste di area civica e liberale: «Maniche rimboccate per una rivoluzione, consapevoli che da soli non si va da nessuna parte».
Piergiorgio Massidda, leader del cartello Cagliari 2016 , taglia corto: «Noi la rivoluzione l'abbiamo iniziata superando le categorie di centrosinistra e centrodestra. Di più: il nostro atteggiamento inclusivo è per la politica del fare e sta permettendo anche a chi la pensa in modo diametralmente diverso di ritrovarsi fianco a fianco nella stessa coalizione. La nostra».
Enrico Lobina ( Cagliari città Capitale ) pensa a convergenze di altro respiro: «Vargiu sostiene a Roma un governo che propone politiche contro la Sardegna. Come concilia tutto questo con la sua proposta? Dica semmai cosa intende fare e con chi».
Paolo Casu ( Insieme Onestamente per Cagliari ) concede al leader dei Riformatori il proposito di «fare sintesi». «Ma io», dice il vicepresidente del Consiglio comunale, «di passi indietro per favorire un candidato più forte e vincente sono disposto a farne non uno ma dieci. Vargiu, piuttosto, è parte di una politica che governa da trent'anni senza che sia riuscita a proporre un reale cambiamento».
Paolo Matta ( La Quinta A ) è guardingo, ma affonda: «Sentir oggi parlare di “rivoluzione” da parte di chi, almeno da vent'anni, ha occupato posizioni di potere sotto la bandiera del “riformismo” suona come un preoccupante esercizio di funambolismo politico. Crediamo, in relazione alle parole dell'onorevole Vargiu, che la parola “rivoluzione” presupponga intanto l'affrancamento reale da logiche di spartizione del potere e da personalismi che ritengono di poter intercettare e dare risposta alle istanze dei cittadini». Non solo: «Un ritorno alla centralità della politica come dimensione di altissima portata etica» e una «gerarchia di valori che parta dai bisogni primari della persona umana, gli unici attraverso i quali si può sperare in un rinascimento cagliaritano che non sia illusorio e fantasioso. Questa riteniamo sia la sola, vera rivoluzione possibile per Cagliari».
Pietro Picciau